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Cairo 2 - La Vendetta (starring Patrizia!)

 
Il mio precedente racconto "Cairo" aveva ottenuto un'accoglienza positiva dai lettori. Mancava però il parere più importante, quello di Alisha.
Non sapevo come interpretare il suo lungo silenzio. Poi, un giorno, arrivò un messaggio nella mia mailbox...


From: "Alisha"
To: "XX Xlater" <
xlater@hotmail.com>
Subject: ...mi credevi morta, ma son risorta.....

Mio caro Xlater,

[...] Ho un po riflettuto sul racconto e sui commenti che ne sono stati fatti dai frequentatori nel NG.

Io come l'Alisha che hai descritto non mi ci ritrovo. Ne sono rimasta "impaurita"... intimidita...

Non che non mi sia piaciuto... magari se lo avessi letto non avendoti mai conosciuto e sapendo che non era destinato a parlare di me l'avrei messo in conto tra i tuoi capolavori... [...]

Senti, facciamo così... ti descriverò una trama dalla quale traccerai il racconto... che ne dici? [...]

*Alisha*


"Che hai, Xlater? Cos'è quella faccia rabbuiata?" Patrizia fece scorrere dolcemente una mano sulla guancia dello scrittore che, con espressione cupa, ticchettava ferocemente sui tasti, mentre scriveva la sua mail di risposta.

Xlater stava borbottando.

"Uno dei migliori racconti che abbia mai scritto... forse il migliore dopo 'La doccia'... e lei? Prima scompare nel nulla... senza motivo... e poi... ecco... questo è tutto quello che e' riuscita a scrivermi... otto giorni dopo..."

"Di che stai parlando?"

"Hai letto il mio racconto 'Cairo'?"

"Beh... ad essere sincera..."

"Vuoi dire che TU non leggi i miei racconti??" Xlater smise di scrivere e sospirò. "Aspetta... dovrei averne una copia stampata... prendi un attimo quei fogli li'..."

Patrizia afferrò degli A4 stampati e lesse. " 'Gabriella si affrettò giù per le scale...' è questo?"

"No... quella è un'altra cosa... non l'ho scritta io... non c'entro niente... dovrebbero essere quegli altri fogli..."

"Che casino la tua scrivania, Xlater... 'Verbale dell'assemblea condominiale'... non credo... aspetta, forse li ho trovati... 'Cairo by Xlater... Alisha sospirò...' "

"Perfetto! E' proprio quello..."

"Alisha? Vuoi dire QUELL'Alisha? Quella che ce l'ha tanto con me? Che l'altra sera mi ha preso a male parole in ICQ?"

"Proprio lei..."

"Le hai dedicato un racconto?"

"Già..."

Patrizia mormorò un "mmmmm" di disapprovazione mentre si accingeva a leggere i fogli stampati. Xlater continuava a diteggiare sulla tastiera.

"Non è male..." sentenziò Patrizia, quando qualche minuto dopo era giunta al termine della lettura. "Molto carino... delicato... un po' mieloso forse... certo, non hai la mano altrettanto leggera quando scrivi le mie storie... Lei sarà stata contenta, immagino..."

"Sì... cioè no... non proprio... non lo so! Dopo che le ho mandato il file è sparita del tutto dalla circolazione... poi, otto giorni dopo si è finalmente fatta viva di nuovo in mail... Dice che non si ritrova nel mio personaggio..."

"Scusa, ma chi te lo ha fatto fare?"

"Me l'ha chiesto lei... era stata tanto carina e gentile con me... mi aveva fatto un mare di complimenti per i miei racconti... quando me l'ha chiesto, io non mi sono impegnato... però poi mi è venuta quest'idea, ci ho lavorato un po' su... sai, era anche il suo compleanno..."

"Insomma lei ha solleticato un po' la tua vanità... e tu ti sei subito ritravato pronto a gettarti nel fuoco per lei... hai scritto questa cosina sdolcinata aspettandoti che lei si strappasse i capelli per l'emozione... invece lei è stata un po' fredda e tu ci sei rimasto di sale. E' così?"

"Sei proprio antipatica certe volte, Patrizia, lo sai? Non è andata così... cioè... più o meno..." Xlater cambiò rapidamente discorso "Dice che non si riconosce nel personaggio... ma io ne so pochissimo di lei! Che si aspettava? Non sono mica il mago Omelma!"

Patrizia aveva un ghigno soddisfatto sul viso. "Te l'avevo detto io, Xlateruccio... non mi è mai piaciuta quell'Alisha. Ascolta Xlater, tu per i tuoi racconti dovresti affidarti a personaggi collaudati... al riparo da sorprese. Invece, pur di metterti in mostra con quella tipa... Ora ne paghi le conseguenze..."

"Sono veramente deluso, Patrizia. E dire che l'avevo scritto con tutto il cuore."

Patrizia si sedette in braccio a Xlater. Lo abbracciò e gli appoggiò delicatamente le labbra sul collo. Nell'operazione il vestito di Patrizia era risalito fino a scoprire l'orlo delle sue autoreggenti. Xlater finse di ignorare il dettaglio.

"Non ti preoccupare, Xlater" gli sussurrò dolcemente Patrizia in un orecchio "per me sei sempre il più bravo..."

"Grazie Pa'. Ma non mi stare così vicino, piccola. Lo sai che ho l'influenza..."

"Io sono immune ai virus, Xlateruccio..."

"Che rabbia! Vorrei che si fosse trattato di un quadro... almeno avrei potuto bruciarlo... ma un racconto, come si fa?"

"Mmmm... però tutto sommato... Xlater, ricordi 'La Doccia'?"

"E me lo chiedi? Quello sì che fu un caso in cui valse la pena dedicare un racconto ad una persona... mi ricordo ancora come mi rispose Raffy. 'Accidenti... non so da dove cominciare... è un racconto bellissimo... eccitante da morire...' Quelle sono soddisfazioni, altro che..."

"Però anche 'La Doccia', in un certo senso, l'hai distrutto..."

Xlater si girò a guardare gli occhi luccicanti e sorridenti di Patrizia. Gli arcani meccanismi del suo cervello cominciarono a mettersi in moto...

"Dimmi Patrizia... Quando parlavi di personaggi collaudati... intendevi dire che nel racconto, a posto di Alisha, tu..."

"Me la caverei alla grande... e sinceramente sarei in grado di offrire uno spettacolo di un altro livello... altro che '...i ricordi di Alisha si fanno confusi'... avresti pagine e pagine di descrizioni di scene erotiche da urlo... e non saresti costretto ad allungare il brodo con tutte quelle stupidaggini... le piramidi, figurati!"

Xlater e Patrizia si guardarono negli occhi a lungo. Seri. Pensierosi. Poi scoppiarono a ridere contemporaneamente. Xlater sporse il braccio oltre il corpo di Patrizia fino ad afferrare il mouse. Avvio - Programmi - Microsoft Word. Nuovo Documento. Continuando a sghignazzare appoggiò le sue mani lunghe ed affusolate sulla tastiera. Poi cominciò a battere. "Cairo 2". A capo. "(starring Patrizia!)". Poi ci pensò un attimo. Tornò alla prima riga e corresse.

"Cairo 2 - La Vendetta"

Cairo 2 - La Vendetta
(starring Patrizia!)

Quei maledetti la stavano facendo impazzire.

Era ormai da un'eternità che i due gemelli la stavano massaggiando su tutto il corpo con le mani unte di olio aromatico, e il livello di eccitazione di Patrizia, stesa a pancia sotto sul tavolo di marmo, aveva superato il livello di soglia. Ancora non riusciva a capire quei due che intenzioni avevano.

Lei aveva mandato tutti i segnali possibili per far loro capire la propria disponibilità a passare a giochi un po' più seri. Prima aveva allargato generosamente le cosce per dare maggiore visibilità e migliore accesso alla sua fighetta bagnata. Poi aveva cominciato ad accompagnare le carezze dei due con sospiri e gemiti. Aveva cominciato a far ondeggiare su e giù il bacino. Aveva più volte fissato con intenzione il rigonfio sul davanti dei costumi dei due ragazzi, per poi guardarli negli occhi leccandosi suggestivamente il contorno delle labbra. Ma loro... niente. Continuavano a sorriderle timidamente come ebeti, a scambiarsi frasi incomprensibili in arabo, e a massaggiarla.

Patrizia decise allora di prendere l'iniziativa. Si sollevò su un gomito e afferro l'orlo del costume di Khaled, che stava in piedi davanti alla lei a massaggiarle le spalle e il collo, e lo tirò decisamente verso il basso. Il ragazzo biascicò in arabo un'espressione stupita, mentre il suo cazzo eretto si ergeva finalmente libero.

Quasi temendo che scappasse, Patrizia afferrò con la sinistra, forse con un filino di forza in più del necessario, le palle del ragazzo. La destra, con stretta altrettanto salda, prese a scivolare sull'asta, su e giù. Khaled aveva gli occhi di fuori dalla sorpresa, ma era facile intuire dal suo sorriso beato che era una sorpresa tutt'altro che sgradita.

Senza mollare la presa Patrizia si mise in ginocchio sul tavolo. Poi chinò di nuovo il busto in avanti avvicinando la bocca al cazzo del ragazzo. Gli sorrise complice e sussurrò: "Do you mind?". Senza attendere lo scontato assenso del giovane, tirò fuori la lingua e cominciò a dare lunghe tenere lappate al suo arnese.

In quella posizione, Patrizia aveva la schiena inarcata ed il culetto all'infuori. Un invito esplicito per Selim che, in piedi dietro di lei, le divaricò le natiche con le mani e si chinò a strofinare la fighetta esposta e bagnata con la sua lingua lunghissima. Patrizia accolse l'omaggio con un mugolio di assenso sul cazzo del gemello che era passato a scoparle la bocca, accompagnando con colpi del bacino l'agile movimento di va e vieni della testa di Patrizia.

Patrizia sentì crescere velocemente il piacere dentro di lei. Staccò un attimo la bocca dalla cappella di Khaled per incitare Selim. "Dai... mettimelo dentro!" Selim non conosceva una parola d'italiano ma non ebbe problemi ad intuire il senso del discorso. Si liberò velocemente del costume, si inginocchiò sul tavolo, e immediatamente Patrizia avvertì la punta del suo pene premere decisa alle porte della sua vagina.

Con un paio di colpi Selim era entrato completamente nella fica della ragazza. Allora afferrò Patrizia saldamente per i fianchi e cominciò a pompare selvaggiamente. La cadenza feroce dei suoi affondi inevitabilmente si propagò all'altro capo del corpo di Patrizia convertendo ad un ritmo frenetico ed convulso il pompino che lei fino a quel momento aveva gestito in maniera più lenta e voluttuosa, con tanto di delicati ricami di lingua all'interno della bocca sul cazzo di Khaled.

Ora Patrizia aveva completamente perso il controllo, sballottata avanti e indietro dai colpi di reni sincroni dei due egiziani. Ma questo senso di completo abbandono la stava facendo impazzire di libidine, insieme alla sensazione dei cazzi gemelli che la possedevano contemporaneamente da una parte e dall'altra. Sentì il piacere crescere in lei fino a raggiungere il punto di non ritorno. Provò d'istinto a segnalare l'imminenza dell'orgasmo, ma riuscì solo ad emettere un mugolio, non troppo diverso da quelli che avevano accompagnato l'amplesso sin dall'inizio. E allora venne, quasi in silenzio, sfogando il suo piacere nel tremito che la scosse in tutto il corpo, mentre i due, ignari, troppo vicini anche loro al culmine del godimento, continuavano a pistonarla in bocca e nella figa, senza perdere un solo colpo.

Quando Khaled venne con un rantolo, e le riempì la bocca del frutto del proprio piacere, Patrizia era ancora persa nei fumi dell'orgasmo, tanto che non fu in grado di inghiottire. Si limitò ad appoggiare una guancia sul freddo marmo e a godersi le ultime bordate da dietro di Selim. Teneva gli occhi chiusi e dalla sua bella bocca semiaperta colava lentamente un rivolo di sperma misto a saliva, che andava formando un ampia chiazza sul telo di lino. Selim la scopò con trasporto per un altro paio di minuti, prendendosi tutto il piacere possibile da quella tenera fighetta disponibile, ma poi anche lui dovette arrendersi all'orgasmo.

Patrizia era ancora stordita dal piacere quando i due la fecero alzare con gentilezza e le porsero una camicia da notte trasparente bianca, così corta da arrivare appena a coprirle il pube. Non capiva esattamente a cosa servisse, ma la indossò comunque, né ebbe scrupolo ad utilizzare un lembo di quel delicato virginale indumento per tamponare i succhi che le fuoriuscivano dalla vagina.

Così vestita, con la scorta dei suoi amanti, percorse le intricate sale di quell'immenso palazzo, davanti agli sguardi esterrefatti della servitù. La sua nudità, pressoché totale, e ancora di più la macchia bagnata che lei stessa aveva provocato sull'unico indumento che indossava, testimoniavano esplicitamente tanto quello che era appena successo, quanto quello che stava per succedere. Ma Patrizia non se ne sentì imbarazzata e il suo incedere, con i due giovani principi al suo fianco, aveva una regalità che la stessa Cleopatra le avrebbe invidiato.

Appena giunti nella camera, i due gemelli si distesero uno di fianco all'altro sul morbido lettone. Patrizia si dispose con un ginocchio tra le gambe di Khaled e uno tra quelle di Selim. Subito cominciò a sollazzarli alternativamente con la bocca e con la lingua per riportare la loro virilità al massimo dello splendore.

Non le ci volle molto. Ma Patrizia si stava appassionando al gioco e non si fermò. Era troppo divertente sentire l'immancabile gemito di rimpianto che ognuno dei due emetteva, ogni volta che la sua bocca lo abbandonava per il fratello, e il sospiro di sollievo ogni volta che tornava. Era troppo divertente lanciare occhiate allusive ed invitanti all'uno, mentre percorreva con la lingua l'asta dell'altro. Privilegiare ingiustamente ora l'uno ora l'altro provocando invidie, gelosie, sommesse proteste.

Quando le sembrò che il gioco fosse impossibile da prolungare ancora, Patrizia, sorridendo maliziosa a Selim, montò sopra a Khaled e si impalò lentamente sulla sua erezione. Lo cavalcò per qualche minuto, molto dolcemente, per evitare di portarlo all'orgasmo, sempre provocando Selim con sguardi di fuoco. Poi, continuando a danzare voluttuosamente con il bacino, fece cenno a Selim di alzarsi in piedi a fianco a lei, e gli offrì la bocca. Richiamò a se tutta la saliva disponibile per bagnare abbondantemente quel pene e lo lasciò durissimo e scintillante di bava. Allora si chinò in avanti su Khaled, che ne approfittò per leccarle e mordicchiarle i capezzoli. Avvicinò la mano destra al proprio viso e si introdusse il medio nella bocca fino a bagnarlo tutto. Poi portò il braccio dietro la schiena e introdusse quel dito umido delicatamente nel forellino anale, continuando nel frattempo ad agitare morbidamente il bacino sul cazzo di Khaled.

Selim capì subito il significato di quelle manovre, e il suo cazzo vibrò d'eccitazione. Patrizia intanto aveva aggiunto un altro dito. Ora, con l'espressione intenta e gli occhi semichiusi, respirando a bocca aperta, stava manovrando indice e medio nel suo buco, che progressivamente cedeva e si ammorbidiva. Khaled, sotto di lei, continuava a fotterla con gusto aggiungendo i suoi movimenti sussultori alla ritmica danza del ventre di Patrizia. Presto il suo buchino fu pronto. Ritirò le proprie dita e guardò invitante Selim che nel frattempo aveva provveduto a mantenere il proprio pene bagnato ed eretto con la propria mano e la propria saliva.

Patrizia bloccò l'ondeggiare del proprio bacino e porto le sue mani ad allargare le natiche. Anche Khaled, sotto di lei, si bloccò, e aggiunse le proprie mani a quelle di Patrizia. Quattro mani ora tenevano aperto il culo di Patrizia, mentre Selim in ginocchio dietro di lei appoggiava delicatamente la sua cappella all'orifizio anale esposto e offerto della ragazza.

Spinse. Patrizia trattenne il fiato. Spinse ancora ed entrò. Patrizia si morse un labbro trattenendo un gemito. Sentiva dolore, ma sapeva che presto sarebbe passato. Selim spinse ancora e Patrizia si concentrò sulla sensazione interna di quel cazzo che le invadeva le viscere. Per darsi coraggio emise, forzatamente, un "Oooh" di piacere. Selim ne fu rassicurato e spinse ancora, fino a penetrare tutto dentro, fino alla radice. Patrizia ripetè il suo "Oooh", ma stavolta con più partecipazione.

Lentamente, impercettibilmente, i tre cominciarono a muoversi. Con quei due cazzi che la possedevano in contemporanea, Patrizia si sentiva... si sentiva... come diavolo si sentiva?

* * * * *

Xlater staccò per un attimo lo sguardo dallo schermo del portatile con cui stava scrivendo. I suoi occhi vagarono per la sala del caffè del Cairo dove si trovava, senza soffermarsi su niente in particolare. La sua mente era a caccia della parola giusta. "Si sentiva... si sentiva...."

Fu in quel momento che la notò. In piedi a un metro dal suo tavolinetto. Una bella ragazza, molto giovane, dai lineamenti esotici tanto da farla sembrare una ragazza del luogo... ma non completamente. La pelle aveva un bel colore bronzeo. Indossava un vestitino bianco sopra al ginocchio. Lo stava guardando con un'espressione imbronciata.

Xlater tentò un insperata via di fuga. "Ehm... ci conosciamo?"

"Se non mi conosci tu... posso sedermi?"

"Prego!" Xlater richiuse frettolosamente il portatile, non prima di aver velocemente salvato le ultime modifiche con un rapido ALT-F-S di pollice indice e anulare della mano sinistra.

Passarono alcuni lunghi secondi di imbarazzo, con Xlater che evitava lo sguardo cupo e accusatorio della ragazza. Poi Xlater parlò.

"Ascoltami, Alisha. Non è colpa mia. Non ci posso fare niente... Non sei piaciuta..."

"Non è vero che non sono piaciuta! Il racconto ha avuto bellissimi commenti..."

"Non sei piaciuta... come dire... alla committente..."

"Vuoi dire all'altra Alisha, l'Alisha "reale"? Proprio non la capisco, quella... cosa ho che non va? Forse non sono abbastanza carina?"

"Non è quello il problema..."

"E ora? Che ne sarà di me? Lo so che stai riscrivendo il racconto con Patrizia al mio posto... E io? Sono destinata a sparire? A restare in una specie di limbo?"

Alisha era sull'orlo del pianto. Xlater la guardò: era veramente dolcissima. Sentì un impeto di commozione. Xlater si affezionava sempre ai suoi personaggi, ma per quella tenera ragazzina, scartata con tanto disprezzo come una specie di brutto anatroccolo, aveva un debole particolare. Cercò a fatica di restare impassibile.

Una lacrimona sgorgò dall'occhio di Alisha. "Ti prego Xlater, dimmi cosa devo fare... è tutto il giorno che faccio su e giù per la casbah... nessuno che mi rivolge la parola... sono sola come un cane..."

"Suvvia Alisha... non fare cosi'..."

"Almeno per questa sera, Xlater, fammi tu un po' di compagnia... portami con te..."

Xlater s'impose di essere algido. Ma davanti a quei lacrimoni, a quelle labbra che tremavano, le sue ferme intenzioni si sciolsero come neve al sole...

* * * * *

La luna piena illuminava il deserto disegnando un'atmosfera ultraterrena. Solo i fari della Rover, che avanzava ballonzolando sul suolo irregolare, strappavano, come spade, squarci di giallastra realtà da quel muto scenario da sogno.

Alisha a bordo stava ridendo a crepapelle, mentre Xlater non sembrava condivedere per niente quell'euforia.

"C'era bisogno di bere tutto quel vino, a cena? Non fa mica bene alla tua età, lo sai?"

Alisha non rispose. Continuava a ridere. Xlater continuò.

"Mi spieghi dove stiamo andando? Non sono per niente sicuro di ritrovare la via del ritorno..." Xlater aveva un tono lamentoso e pedante. Alisha era divertita dal disagio dello scrittore.

"Non sono strade per una macchina come questa, Alisha. Non è una mica una jeep!" Come a confermare le sue parole, improvvisamente la Rover centrò una buca con un tonfo sordo. "Qui mi sono giocato il semiasse... cazzo!" Alisha non sembrò turbata dalla circostanza. "Dai Xlater! Sempre così serio... lasciati un po' andare... e poi siamo quasi arrivati... non manca molto..."

Xlater continuò a imprecare sottovoce, troppo concentrato ad evitare le asperità del terreno per notare le manovre della ragazza. All'imporovviso una morbida nuvola bianca invase la parte destra del suo campo visivo, accompagnata dalla risata argentina di Alisha.

"Cosa? Ma... Sei pazza? Perché ti sei tolta le mutandine?"

"Sto meglio cosi'... ti scoccia?" rispose sussurrando Alisha, continuando a sventolare il suo indumento intimo davanti al viso di lui.

Xlater non riuscì a fermare il suo sguardo prima che scendesse ad accarezzare le cosce della ragazza, soffermandosi appena un attimo di troppo sul tenero fiorellino che faceva capolino tra i peli scuri, al di sotto dell'orlo del vestito. Xlater tornò a guardare Alisha negli occhi e la ragazza lo ricambiò con uno sguardo provocante e orgoglioso. "Ci mancava anche questa" borbottò tra sè scuotendo la testa, tornando a concentrarsi sulla guida.

"Ora gira a destra, Xlater... su per la collinetta..."

Xlater segui' le indicazioni. Quando arrivò in cima spense il motore e i fari.

Davanti a loro le tre piramidi di Giza si ergevano imponenti. Nella penombra lunare non erano visibili i segni dell'erosione del tempo sulle superfici dei monumenti. Risaltava invece la squisita perfezione geometrica di quelle tre costruzioni, come fossero diamanti interrati per metà nella superficie sabbiosa del deserto.

"Non e' bellissimo? Non valeva la pena di arrivare fin qui?"

"E' vero." Ammise Xlater.

Rimasero qualche minuto a farsi rapire dalla magia di quello scenario senza tempo. Poi Alisha sussurro'. "Xlater... voglio fare l'amore con te..."

"Stai scherzando, spero!" Ribattè incredulo Xlater.

"Ti sembro una che scherza?" Mormorò soave Alisha facendo scorrere l'orlo del vestito fino a rivelare il tesoro che vi si nascondeva sotto. Xlater non riusciva ad evitare di posare lo sguardo su quel prezioso gioiellino. Cercò, con poca fortuna, di dare un tono risoluto alla sua voce.

"Non se ne parla nemmeno!" E si voltò in avanti.

"Cosa c'è? Non ti piaccio forse?"

Xlater tornò a guardarla. Quanto era bella! Gli era venuta fuori proprio bene! Sotto i raggi lunari la sua carnagione e i suoi lineamenti assumevano quasi un alone di magico. Era una specie di giovane divinità dell'Olimpo Egizio. Troppo bella, dannazione!

"Sei molto carina, Alisha. Ma è proprio per questo... Che ci trovi di speciale in me? se avessi qualche anno e qualche chilo di meno... magari qualche capello in più...capirei, ma..."

"Non mi interessa. Per me hai un fascino incredibile, Xlater. E questo è quello che conta. Voglio fare l'amore con te... subito!"

Xlater non provò nemmeno ad insistere con quell'argomento. Era troppo vanitoso per risultare credibile. Avrebbe dovuto violentarsi per contraddire Alisha su quel punto. La mise sul ragionevole.

"Alisha... ma non capisci che non si può? Sei un mio personaggio... sarebbe una specie di... di incesto!"

"E allora? ...il ng è pieno di racconti di incesto..."

"E' molto peggio dell'incesto! Ti rendi conto di quanto sarebbe grave? Pensa se tutti cominciassero a scopare con i propri personaggi! Ci sono già brutti presagi... scrittrici al di sopra di ogni sospetto che immaginano angeli nel proprio letto... e se li fanno! Sai... a un padre una figlia può pure venir fuori brutta, ma uno scrittore un personaggio se lo fa come gli pare... Sarebbe la fine! Nessuno lavorerebbe più, nessuno scoperebbe più con la propria consorte! Non si farebbero più figli! Tutti, uomini e donne, passerebbero la vita a fottere come matti nei propri racconti con personaggi da sogno! Sarebbe l'estinzione dell'umanità!!!!"

"Dio, quanto sei tragico, Xlater! Ora si estingue l'umanità se per una sera fai un po' di coccole ad una ragazza sola e triste... Facciamo così... immagina che io sia la vera Alisha... e non più un tuo personaggio..."

"Che c'entra la vera Alisha? Lei nemmeno si riconosce in te..."

"Invece sono sicura che in questo momento particolare si riconosce moltissimo in me..." sussurrò queste parole in modo molto provocante.

Xlater fece tanto d'occhi. "Vorresti dire che anche lei vorrebbe... ma dai... non farmi ridere!!"

"So quello che dico..." Alisha sembrava sicura.

"Ma se nemmeno mi conosce!!"

Alisha lo guardò, quasi con compassione. "Xlater, tu scrivi... scrivi..." sussurro' dolcemente "ma delle donne ancora non hai capito un tubo!" Xlater non trovò nulla da ribattere. Alisha nel frattempo gli si era fatta vicina, con la sua bocca a un centimetro da quella di lui. La ragazza disse piano, in tono impercettibilmente ironico "E se ti do un bacio... solo un bacio... credi che l'umanità riuscirà a cavarsela?"

Xlater sentiva il profumo fruttato della sua bocca e ne osservava deliziato la linea piena e il colore rosato. Gli occhi di Alisha... vicinissimi ai suoi... lo ipnotizzavano con quel taglio esotico. Percepiva distintamente il calore e la freschezza di quel giovane corpo che lo sfiorava. Il cuore gli pompava a mille. Provò per tre volte a prendere fiato per parlare e per tre volte si interruppe. Riusci' appena ad emettere un pietoso "Aaahh", ma Alisha incollò subito le sue labbra alle sue, mentre la lingua della ragazza, agile e saettante, andò a caccia di quella di Xlater per invitarla a ballare.

Xlater si abbandonò. Ma sì! Che mi frega? Che diavolo vogliono da me? Devo sempre andare in bianco, forse? Già troppe me ne sono fatte scappare... Anzi, se faccio due conti sono arcisicuro che ho avuto meno fica di quanta me ne sarebbe spettata... E' un mio personaggio? E allora? Ragazzi... la carne è debole... e il pesce qui si irrobustisce sempre di più...

Alisha aveva cominciato a slacciare i bottoni della camicia di Xlater e a far volare le sue dita sul collo, sulle spalle e sul petto dell'uomo, che dal canto suo cercava goffamente di contraccambiare, prima cercando senza successo di slacciarle il reggiseno (maledetti ganci!) poi infilando un po' a casaccio le sue mani, sempre lunghe e affusolate, ma nell'occasione un po' imbranate, nella ampia scollatura del vestito.

Alisha si tirò su in ginocchio sul sedile e si liberò del reggipetto di pizzo bianco... ora i suoi seni erano esposti e accessibili sotto il vestito. Poi terminò di slacciare i bottoni della camicia di Xlater e mentre lui si liberava dell'indumento, restando a torso nudo, Alisha si stese di fianco verso di lui e cominciò a ricoprire il suo torace di piccoli baci e slinguatine.

Xlater si lasciò deliziare da quel trattamento. Nel frattempo aveva allungato il braccio destro verso le gambe di Alisha. L'orlo del suo vestito ormai era completamente risalito. Alisha aveva il sederino completamente scoperto e Xlater con la mano ne saggiava la soda rotondità. Poi, continuando a godersi i ricami delle labbra di Alisha portò la propria mano a giocare delicatamente con i riccioli del pube della ragazza, sfiorando maliziosamente, di tanto in tanto, i petali della fighetta.

Alisha intanto era scesa con la testa sempre più in basso. Ora stava dando piccoli morsi alla pelle di Xlater appena sopra l'orlo dei pantaloni. Xlater respirava forte e il gonfiore della patta testimoniava il suo stato di eccitazione. Alisha, lentamente, avvicinò una mano. Afferrò il gancio della zip e la fece scorrere completamente verso il basso. Con la stessa lentezza cominciò ad introdurre la sua manina nei pantaloni. Quando...

"Oooooh..... Siiiii..... Siiiiii... Vengoooo.... Vengoooooooooo"

A non più di venti metri da loro, su una jeep, Patrizia aveva appena raggiunto l'orgasmo sotto i colpi della lingua di Khaled accovacciato ai suoi piedi, mentre lei masturbava languidamente Selim.

Nella Rover entrambi gli occupanti si scossero. "E' Patrizia..." mormorò Xlater. "Quella puttana!" Esclamò Alisha. Subito cercò di riportare la mano verso la zip di Xlater, ma l'atmosfera ormai era spezzata. Xlater le bloccò il polso e, con una voce piena di dolcezza, di fermezza, ma anche di triste rammarico, le disse "Non si può, Alisha. Te l'ho spiegato. Dispiace anche a me, credimi..."

Alisha sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Ma fu pure invasa da una rabbia incontrollabile. "Per colpa di quella troia guastafeste..." sibilò, mentre apriva lo sportello e scendeva, dirigendosi a passo di carica verso la Jeep.

"Alisha, che fai? Fermati!" le urlò dietro inutilmente Xlater, prima di decidere anche lui di scendere dall'auto.

Patrizia sentì all'improvviso una voce apostrofarla secca e infuriata. "Maledetta puttana! Si può sapere che vuoi da me? Si può sapere che ti ho fatto? Perché devi sempre rovinarmi tutto?"

Si girò e si alzò in piedi, dentro la jeep, divincolandosi dagli abbracci dei due gemelli. Il suo vestitino nero era piuttosto sgualcito, ma continuava a fasciare le sue curve come un guanto. "Toh" rispose perfida "abbiamo il personaggio scartato... come va, cara la mia comparsa..."

"Patrizia, ti prego" intervenne Xlater. "Non esasperare gli animi..."

Patrizia si girò verso lo scrittore e spalancò gli occhi. "Guarda, guarda... Guarda, guarda...". Solo allora Xlater si rese conto di essere ancora a torso nudo, e con la chiusura lampo dei calzoni slacciata.

Con un'indifferenza ed una faccia tosta da Prima Repubblica, Xlater tirò su la zip e, quasi parlando tra se, osservò "Certo che fa un caldo, da 'ste parti..."

Patrizia continuò tagliente. "Ecco chi era che stava scopando nella Rover... mi era sembrato di riconoscerla quella macchina..."

"Scopando? Patrizia, guarda che..."

"Sei un maiale depravato! Te la fai con i tuoi personaggi adesso? Xlater, sei un pervertito schifoso!"

"Fammi spiegare, Patrizia..."

"Lo sai che non si può! E poi..." Patrizia era veramente inviperita "...se pure fosse, mi sembra che ci fossero delle gerarchie e delle anzianità da rispettare, non ti pare? Non credi che toccasse prima a me?"

Xlater stava cercando di blaterare qualcosa a sua discolpa. Ma a sorpresa, intervenne Alisha.

"Io non sono un personaggio!" Tutti tacquero. "Io... Io sono la vera Alisha!"

Per lunghi secondi la sua affermazione galleggiò indisturbata nel silenzio. I due gemelli si guardavano stupiti, non avevano la minima idea di quello che stava succedendo. Xlater si era messo le mani nei (pochi) capelli.

Poi Patrizia scoppiò a ridere. Una risata incontrollabile che durò a lungo, mentre Alisha la guardava allibita. "Oh, tesoro!" le disse Patrizia asciugandosi le lacrime. "Sei troppo dolce... 'La vera Alisha'...ahahahahahah!"

Patrizia recuperò la borsetta nella jeep, e ne trasse qualcosa. Poi saltò agilmente fuori dalla jeep e porse l'oggetto, sorridendo, ad Alisha. "La vera Alisha? Guarda un attimo qui!" Era un piccolo specchio.

Alisha si guardò allo specchio, con uno sguardo interrogativo. "Non capisco... Cosa ho che non va?"

"Nulla!" esclamò Patrizia. "Assolutamente nulla! Tesoro, sei perfetta! TROPPO perfetta!"

Alisha non capiva. "Che vuoi dire?"

"La vera Alisha sarà anche molto carina. Non lo metto in dubbio. Ma non potrebbe mai essere perfetta come te. Altrimenti non farebbe il terzo anno delle superiori! Sarebbe una modella da cinquanta milioni a scatto... a quest'ora starebbe a presentare Sanremo a posto della Casta..."

Patrizia insistette "E non solo... Guardati bene... e poi guardami. Non noti niente? Possibile?"

Alisha fece una smorfia disgustata. "Beh... vagamente... un po' ti somiglio..."

"Solo un po'? Guarda bene!"

Alisha scattò rabbiosa "D'accordo. Ti assomiglio. E allora?"

"Credi che sia un caso? O non ti sembra piuttosto che il nostro Grande Scrittore abbia una fantasia piuttosto limitata? Guardati! Sei un paio d'anni più giovane... qualche centimetro più alta... un po' meno formosa... hai la pelle di un tono più scura e un tocco di esotico nei lineamenti... ma per il resto siamo due gocce d'acqua! Tesoro, con ogni probabilità assomigli molto più a me che alla vera Alisha!"

Alisha si voltò accusatoria verso lo scrittore. "E' vero questo, Xlater?"

Xlater allargò le braccia "Che ne so? Chi l'ha mai vista la vera Alisha?"

Alisha era interdetta. Patrizia riprese la parola. "Ora se per cortesia vuoi sloggiare... ci sono i miei amanti che mi aspettano... non vorrai rovinare il MIO racconto..."

Queste parole ebbero il potere di esasperare Alisha. "Il TUO racconto? Il TUO racconto?? Sei una puttana invadente! Questo racconto è stato scritto per ME! Questi sono i MIEI amanti! E' la MIA storia! Tu vai a farti scopare nelle tue Vacanze!"

Patrizia rispose per le rime. "Cosa cazzo vuoi!? Sei un'incapace! Con te protagonista il racconto è una noia mortale! Lascia lavorare chi è più brava e togliti dalle palle!"

Le due continuarono ad urlare l'una contro l'altra sempre più rumorosamente. Xlater tornò verso la Rover deciso a riprendere in mano la situazione. Queste due isteriche mi hanno stufato, pensava. Ora le faccio fuori a tutte e due. Fantasia limitata? Come si permettono? Sono in grado di creare tutti i personaggi femminili che voglio. Per non parlare di quelli che ho già... Credono di essere indispensabili per me? Sciocchine!

Pensa a Adriana, la calabrese di Ancona, della settima puntata delle Vacanze... sempre una gran bella gnocca, e si scatena come poche! Pensa alla LEI di "Alla faccia di Rossella"... un altro personaggio tutto da sviluppare... ora si è trovato il ragazzo e scopano come ricci, ma una lesbicata se la farebbe ancora volentieri... Facile che quei due un giorno prendono Rossella e se la ammucchiano... le piaccia o non le piaccia...

Barbara della "Cerimonia" allora? Grande! Basta con queste pischelle esili di primo pelo... una bella ultratrentenne con curve da infarto, quinta di reggipetto su un metro e settanta di femminilità e sensualità esplosiva. Su di lei potrei scrivere dei racconti al calor bianco. Wow! Le urla di libidine dei lettori di ISR si sentirebbero fino... fino a alt.anarchy.moderated...

E se quinta di reggipetto deve essere... ci sarebbe pure quell'infermiera veneziana, di quel racconto che ho iniziato e mai proseguito... Morbida e sensuale... dolce e birichina... con una voglia di divertirsi a letto che metà basta... mmmmmh! Anche lei sarebbe in grado di trasformare il newsgroup in una tana di licantropi durante il plenilunio...

E poi c'è sempre Raffy... La mia Raffy... Solo che ogni tanto scompare misteriosamente e non si sa che fine abbia fatto... Saranno mesi che non si fa viva... Ma prima o poi...

Mentre pensava queste cose, Xlater, nella sua macchina, aveva recuperato il suo strumento di dominio, il PC portatile. Un paio di colpi sulla tastiera, due frasi azzeccate nel racconto, e avrebbe subito rimesso le cose a posto. Alisha e Patrizia intanto continuavano senza ritegno ad urlare come due pescivendole al mercato, con gran spreco di decibel.

A poche centinaia di metri la Sfinge... cominciò ad infastidirsi!!! Dopo essere rimasta muta per millenni e millenni, parlò nell'antico linguaggio dei Faraoni. "A regazzi'! Ma nun v'azzittate? Avete rotto li cojoni!". Come in risposta ad un segnale, dall'interno delle tre piramidi cominciarono ad echeggiare voci arcane. "E c'ha raggione!" "Ma che è 'sto casino!" "Un po' de rispetto pe' li morti, che cazzo!"

Xlater, dentro la macchina, scosse la testa. Il racconto stava decisamente degenerando. Doveva assolutamente mettervi mano altrimenti... Ma perché 'sto maledetto portatile non partiva... Una scritta lampeggiante gettò Xlater nel panico.

"Battery charge low"

Xlater imprecò, continuando imperterrito ad armeggiare. Proprio in quel momento, dalle tre piramidi, uscì una schiera di mummie barcollanti che si diresse minacciosamente verso la Rover. Con voci da oltretomba sussurravano pesanti minacce nei confronti dello scrittore. Una di loro, più allegra, canticchiava "it's just a thriller.... thriller night..."

Xlater, spaventatissimo, cercava disperatamente di far avere una scintilla di vita a quell'inutile computer. Si maledisse. Il kit per il collegamento del portatile all'accendisigari della macchina costava poche lire in più. In vita sua aveva buttato soldi per le cose più futili... Nel frattempo le mummie avevano circondato la macchina dell'atterrito Xlater. La più grossa, brutta e minacciosa si chinò verso il finestrino e nel misterioso idioma di Tutankamen lo apostrofò trucemente.

"A Xla'... scherza, scherza... mò so' cazzi tua!!"

Xlater urlò disperatamente. "Aiuuuutoooo! Noooooo! Nooooooooooooooooo!"

* * * * *

"Allora, dottore?"

Alessandra, la signora Xlater, scrutò il volto del medico cercando di interpretarne lo sguardo accigliato. Nella stanza aleggiava l'odore dell'aceto (rigorosamente Balsamico di Modena) con cui erano state imbevute le pezze destinate ad alleviare il calore della fronte di Xlater. Tremante e febbricitante, il Nostro si agitava convulso nel letto, emettendo di tanto in tanto incomprensibili lamenti.

"Cosa posso dirle, signora? Suo marito ha una forma molto strana di influenza. Niente a che vedere con la 'cinese' o l' 'australiana'. Questa in particolare si chiama, in ambito medico, 'egiziana'..."

"E' grave?"

"No... non molto. Si manifesta con febbri molto alte... deliri... allucinazioni..."

Proprio in quel momento Xlater emise un vagito. "Le mummie no... Le mummie no...".

Alessandra gli si avvicinò premurosa. "Tranquillo, tesoro.... non ci sono mummie qui..."

Xlater biascico'. "Patrizia... Alisha... siate buone... non bisticciate..." Alessandra lo guardò interrogativa. Intervenne il medico. "Non si preoccupi signora... non dia retta a quello che dice... sta vaneggiando... sono frasi senza senso..."

Xlater continuò. "Amérique... au occident... c'est toujours... par accident..."

"Parla francese!! Ma se non l'ha mai saputo!!"

"Gliel'ho detto, signora... non ci faccia caso. Sono sintomi strani..."

"Come lo curiamo?"

Il medico sospirò. "Non c'è una cura specifica... deve stare al caldo... bere molta acqua... e, soprattutto, per almeno un paio di settimane niente PC e niente internet!"

Gli occhi di Alessandra si accesero e un sorriso soddisfatto le illuminò il volto. "Bene! Dottore, le sue prescrizioni verranno seguite alla lettera. Me ne occuperò personalmente." C'era un vago tono trionfante nella sua voce. Xlater, dal letto, emise un lungo gemito di dolore e sofferenza...

* * * * *
EPILOGO


From: "Alisha"
To: "XX Xlater" <
xlater@hotmail.com>
Subject: R: Chi non muore si rivede...

Xlater Ferma Tutto !!!

Non ho detto che non mi è piaciuto !!!!

Semplicemente mi sono ritrovata calata in situazioni che non avevo mai immaginato...
A parte gli scherzi, se Alisha non fossi io il racconto sarebbe indubbiamente un capolavoro, ma quando leggo "Alisha" non posso fare a meno di pensare che magari io ci avrei messo un qualcosina di diverso...

Logico che mi trovi impaurita e intimidita! Quello che dice, fa e pensa Alisha dovrei dirlo farlo e pensarlo anche io. Concedimi almeno il tempo di ambientarmi... poi ti riempirò di lodi e complimenti per questo tuo capolavoro ^_^

Vogliamo parlare del resto? Davvero un genio come te lascerebbe che un suo personaggio (leggasi Patrizia) influisca su questo suo splendido scritto???

Tra le altre cose secondo me sta invecchiando :PPPP

Ti ripeto, sono stata veramente felice del racconto, soprattutto perchè ogni volta che lo rileggo penso che l'hai scritto per me, solo per me, "con tutto il cuore" come dici tu... io lo spero :)

Rimani sempre il migliore per me.
Scusami se ti ho fatto intendere il contrario :)

Un Bacione e a Presto

*Alisha*


 

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