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La Settimana Bianca (Prima Parte)

 
"Piega di più le ginocchia... così... Cerca di tenere le gambe più strette... rilassati... sei troppo rigida... così... benissimo... brava... hai visto quanto è semplice?" Alisha frenò ad un metro da Xlater, cercando di alzare più neve possibile per farla schizzare addosso a lui. Poi gli rivolse una smorfia dispettosa. Xlater rise divertito e insieme si diressero alla partenza della seggiovia "Nube d'Oro".

Mentre l'impianto li riportava in cima allo Spinale, Xlater spiegò i suoi piani. "Ora invece di fare ancora la pista Nube d'oro, ci buttiamo dall'altra parte. Andiamo a prendere la seggiovia Rododendro che ci porta verso il Grostè... che ne dici? Sei d'accordo?"

"Per me va bene quello che vuoi tu!" gli sorrise Alisha.

La seggiovia Rododendro non è particolarmente amata dagli sciatori più scatenati. E' lunga, lenta, sicuramente non il modo più rapido per il trasferimento che aveva in mente. Ma Xlater adorava anche l'aspetto contemplativo della montagna. Dalla Rododendro si gode di panorama spettacolare. I comodi sedili sembravano quasi planare su un deserto di panna montata, pettinata dal vento. In lontananza le Dolomiti del Brenta davano spettacolo sotto al sole.

Terminata la salita del Rododendro, un altra seggiovia li aspettava per l'ultimo tratto di salita. Era una giornata ideale per lo sci. Alisha osservava in lontananza gli sciatori come puntini neri che descrivevano traiettorie ondeggianti.

Giunti finalmente in cima, si diressero verso la stazione della funivia del Grostè, trafficatissima in quella bella giornata, e presso l'attiguo bar sul cui ampio terrazzo di legno decine di persone sulle sdraio porgevano i loro volti all'azione abbronzante del sole.

Fu qui che si sentirono chiamare dalla voce di un ragazzo che si sbracciava per attirare la loro attenzione. "Xlater! Ehi, Xlater!"

"Ma quello è... Fabio!" Xlater, si diresse verso di lui, seguito da Alisha.

I due si strinsero la mano con grande cordialità "Fabio! Anche tu da queste parti! Come te la passi?" "Niente male, e tu? Scrittore dei miei stivali!" Fabio si girò alle sue spalle. "Patrizia! Vieni! Vieni a vedere chi c'è!"

Da una sdraio si alzò una figura agile che si diresse verso di loro, senza fretta. Patrizia aveva già una bella abbronzatura, la pelle del viso era appena lucida per la crema abbronzante, le labbra erano schiarite dal burro di cacao. Patrizia rivolse un caldo sorriso allo scrittore. "Xlater! Che sorpresa!" Ma subito il sorriso si spense appena Alisha frenò con gli sci e si piazzò accanto all'uomo.

"Fabio, conosci Alisha?" la presento Xlater. Fabio spalancò gli occhi a quel nome e studiò l'ultima arrivata, evidentemente soddisfatto di quello che vedeva.
"Vuoi dire QUELL'Alisha?" chiese stupito. Poi sfoderò il suo migliore sorriso e allungò la mano verso di lei. "Piacere Alisha! Sono Fabio! Ho sentito molto parlare di te! Ma non mi aspettavo che fossi così carina..."

Alisha ricambiò il sorriso e si liberò con grazia del guanto destro prima di porgere la mano a Fabio. "Anche io ho sentito parlare di te. E' un piacere conoscerti Fabio." Fabio le strinse la mano, forse con un po' troppo entusiasmo, almeno questo fu il parere di Patrizia che lo stava guardando un po' irritata. Xlater tossicchiò "Ehm, Patrizia tu... voi già vi conoscete, non è vero?"

A quell'osservazione entrambe le ragazze furono costrette a smettere di ignorarsi l'un l'altra. Patrizia sfoderò un sorriso gelido. "Alisha, che piacere! Credevo che non sapessi sciare! Ti ho visto mentre scendevi e... avevo ragione!"

Alisha non si scompose. "E tu Patrizia cara? Come te la cavi con gli sci? Quanto ci hai messo a capire che dovevi metterli ai piedi e non infilarteli in qualche buco?"

Xlater scoppiò a ridere "Su ragazze! Adesso non incominciate! Dimmi Fabio, siete soli qui a Madonna di Campiglio?"

Fabio rispose "Ancora per poco! Domani sera ci raggiungeranno Fabio e Vanessa da Milano, abbiamo preso un appartamento da quattro posti..."

"Grande divertimento in vista allora..."

"Beh... credo di sì... e voi invece dove state messi?"

"Una villetta... appena fuori dal paese..."

"Hai una villa qui????"

"Ma no, me l'ha prestata un amico... un facoltoso e generoso lettore dei miei racconti... ha tanto insistito... pare che in questa settimana non ne abbia bisogno..."

"E siete voi due soli?" intervenne Patrizia, curiosa.

"Sì!" rispose decisa Alisha, in tono di sfida. "E nemmeno noi ci faremo mancare il divertimento"

Le due ragazze si guardarono in cagnesco. Xlater ruppe l'imbarazzo... "Beh, noi andiamo, volevo portare Alisha sulla 'Tre Tre' prima che sia troppo affollata... tanto ci rivediamo sicuramente in questi giorni..."

E dopo un rapido saluto Xlater e Alisha scesero verso valle.

* * * * *

Il tepore che si irradiava dal caminetto acceso accarezzava i muscoli stanchi di Alisha e Xlater. Puoi fare tutta la preparazione presciistica che vuoi, ma la prima giornata di sci dopo un anno ti lascia sempre un po' indolenzito.

I due erano seduti per terra, su un bel tappeto, con la schiena appoggiata al divano, uno a fianco all'altra, vicinissimi. Il tappeto era bianco e morbido, come la musica che fluiva soffice dagli speaker. Xlater teneva un braccio intorno alle spalle di Alisha, mentre con l'altra mano teneva un bicchiere di cognac dal colore ambrato, da cui di tanto in tanto, sorbiva piccoli sorsi.

Indossavano entrambi delle comode tute di felpa sulla pelle ancora fresca dalla doccia recente.

"Beh?" chiese Xlater, "come ti senti?"

Alisha sorrise. "Divinamente. E' bello qui... E' bello stare con te..."

"E la cena? Ti è piaciuta?" Alisha aveva già dato ampi segnali di aver apprezzato le "Farfalle alla Xlater". Ma lo scrittore era avido di complimenti.

"Buonissime" sussurrò Alisha, e si girò a baciarlo su una guancia. "Devi proprio insegnarmi come si preparano..."

Xlater si schiarì la voce e cominciò a spiegare, mentre Alisha continuava a dargli bacini delicatissimi sul volto. Lo scrittore non riusciva a reprimere un certo tremito nella sua voce.

"E' molto semplice... metti in un tegame lo speck tagliato a listarelle... con burro abbondante... e qualche peperoncino..."

"Sì..." ripetè Alisha, alitando piano nel suo orecchio... "Speck... burro... peperoncino..."

Xlater deglutì a vuoto. Alisha continuava a baciarlo. "La... lasci che il burro si sciolga... e aspetti che lo spe... lo speck si imbiondisca un po'..."

"Certo..." sussurrò ancora Alisha, "lo speck deve imbiondire..."

Xlater cercò di raggiungere la bocca di Alisha con la propria, ma la ragazza si tirò indietro... "Non distrarti, Xla! Sto ascoltando la tua ricetta..." disse provocante.

Xlater deglutì ancora a vuoto e proseguì, con voce incerta e balbettante. "A quel punto... metti la Vo.. la Vo... la Vodka..."

"Già... la Vodka..." disse Alisha sottovoce tra un bacino e l'altro. "E quanta ce ne vuole?"

"Mezzo bicchieeeEEEEEEH!" La ragazza aveva cominciato a sfiorare con la lingua il lobo dell'orecchio di Xlater.

"Mezzo bicchiere... e poi?"

L'uomo cercò a fatica di riguadagnare un po' di compostezza. Non era facile. La lingua di Alisha stava danzando soavemente nella zona tra collo orecchio e nuca, torturandolo con sensazioni da brivido.

"Nel frattempo... controlli che l'acqua... nella pentola... stia andando in eb-eb-ebollizione..."

"Sì... nel frattempo controllo..." confermò lei, e portò piano una manina a sfiorare la patta di Xlater, visibilmente gonfia.
Xlater ululò come un lupo.

"Uhhhuhhhhuuuhhh!"

"Continua tesoro... ti prego... altrimendi perdo il filo..." e per sottolineare l'invito strizzò un attimo nella manina affusolata, da sopra la stoffa, la virilità di lui, tesa e fremente.

Con uno sforzo sovrumano, Xlater continuò. Aveva ormai una vocetta tremebonda ed irriconoscibile.

"Q-quando la vodka... è tutta evaporata... allora..." Xlater si interruppe di nuovo. Alisha stava togliendogli la felpa, lasciandolo a torso nudo, aiutata dai movimenti di lui che l'assecondavano.

"Allora?"

"Allora... si versa nel te..eeeeheee... tegame..." Alisha stava slinguazzando e mordicchiandogli i capezzoli. "... il po... ohoo... omodoro passato..."

Ora la ragazza era praticamente stesa a pancia in giù tra le gambe di Xlater. Col volto era all'altezza del suo torace, e continuava a slinguazzare e mordicchiare. Le sue tette si trovavano così a premere proprio sul suo pene duro. Un contatto che stava deliziando entrambi, e che la stoffa che li separava rendeva forse ancora più eccitante.

"Si ag-aggiunge... un po' di s-sale... e lo si lascia ad insaporire..."

"Mmmmmm..." commentò lei, continuando a far correre la lingua sul petto di lui, senza trascurare di accompagnare il movimento con leggere rotazioni del suo seno sulla patta dell'uomo.

"Si lasciano cuocere... le farfalle... nell'acqua bollente... e poi, qua-quando son pronte... le si sc-scola e... si versano nel sugo..."

Alisha afferrò l'orlo dei pantaloni da tuta e dei boxer di Xlater e li tirò a sé (Xlater la facilitò sollevando le anche). Appena libero, il cazzo svettò verso l'alto...

"Nel sugo... e poi?"

La ragazza aveva preso in mano l'erezione di Xlater e la stava accarezzando piano, guardandola da vicino con interesse.

"Il sugo... poi... dicevo?... ah, il sugo..."

Xlater era eccitatissimo. Sapeva che Alisha non aveva una particolare predilezione per certi atti. Ma era proprio lì... vicinissima... con la bocca...

"Si... versa... la... la panna..."

"La panna..." ripetè Alisha, lasciando che il suo alito sfiorasse il glande...

"E poi si tiene... per un po'... a mantecaaaaAAAAHHHH! ... mantecare..."

Alisha aveva dato un bacino leggerissimo sull'asta. Poi un altro. Poi un altro. Poi un altro ancora...

"Sai... in questo modo... le farfalle... assorbono bene il sa-sapore..."

"Ahhh... il sapore..." disse sospirando Alisha, e ad occhi chiusi piantò un bacio molto deciso sulla punta... con le labbra semi-aperte... prolungando il contatto per una decina di secondi.

"Sai Xlater?" disse poi con tono birichino, "mi sta venendo l'acquolina in bocca...". Detto questo, la sua lingua guizzò un attimo fuori dalle labbra, ricamando un rapido arabesco sulla cappella. Xlater gemette. Poi le tenere labbra si aprirono e Alisha imboccò tutto il glande. Incavò le guance per una rapidissima suzione, poi si staccò. Xlater era arrivato vicinissimo all'orgasmo.

"Ma insomma, Xlater!" lo rimproverò piccata. "Sei qui, con me, soli, in un posto così romantico... e non sai pensare ad altro che al mangiare??"

Mentre Xlater assorbiva lo shock di questo brusco cambiamento di modi, Alisha si era alzata in piedi e si era liberata dei due pezzi della tuta. Sotto era completamente nuda, e torreggiava in tutto il suo splendore sopra di lui che, semisdariato sul pavimento, la guardava adorante con un espressione che esprimeva comicamente tutto il suo tormento, tra l'eccitazione, la confusione e il non sapere assolutamente che pesci prendere.

"Voglio un po' di coccole, Uffi!" dichiarò decisa Alisha... e si diresse altera verso la poltrona più lontana, affondandoci dentro.

Xlater si alzò di botto e la seguì goffamente, con i pantaloni della tuta e i boxer intorno alle caviglie che gli ostacolavano i movimenti, finché imprecando non si liberò di entrambi, restando completamente nudo anche lui.

Si inginocchiò davanti alla poltrona, che era abbastanza bassa, tanto che la sua testa era comodamente alla'altezza di quella di Alisha.

D'istinto, cercò di iniziare a restituire il trattamento che aveva ricevuto poco prima, iniziando a tempestare il collo di bacini e slinguatine, anche se, stante il suo stato di eccitazione, i suoi modi erano molto più convulsi ed impetuosi di quelli che aveva tenuto elegantemente la ragazza.

Alisha, però, lo bloccò subito. "Ma come?" gli disse con occhi languidi, "ma non ti va di darmi un bacio?" e gli offrì le labbra con un movimento millimetrico del mento. Xlater vi si tuffò a pesce, e stavolta sentì di aver fatto la mossa giusta, perché Alisha rispose al bacio con altrettanta passione, riempiendo il cuore di Xlater di gioia.

Mentre le loro lingue saettavano insinuanti l'una contro l'altra, i due si abbracciavano con forza, apprezzando il calore ed il contatto dei due corpi nudi. Xlater, in particolare, era deliziato dalla sensazione dei due capezzoli inturgiditi della ragazza che sentiva premere sulla sua pelle.

Decise che doveva omaggiarli. Si staccò dal bacio e, mentre Alisha si adagiava più comodamente sullo schienale della poltrona, si dedicò alle sue tette, leccando, succhiando e mordendo da entrambe le parti, e accompagnando con massaggi manuali l'opera della sua bocca.

Pian piano, però, la zona d'azione di Xlater si spostò verso il basso. Prima sul pancino della ragazza, intorno all'ombellico. Poi sulle cosce, e l'interno delle cosce. Finalmente, lentamente, stava avvicinandosi al bocconcino più prelibato. Già pregustava di assaggiarne con la lingua il sapore, mentre già l'olfatto si era nutrito del suo profumo delicato.

Ma proprio nel momento del contatto, la mano destra di Alisha si interpose tra l'obiettivo e la sua lingua, costringendo quest'ultima a sbattere contro le dita.

"Cosa hai intenzione di fare, Xlater?"

Xlater era rimasto sorpreso, con la lingua di fuori. Dovette tirarla dentro per rispondere.

"Voglio ricoprire il tuo fiorellino di mille bacini e mille coccole..."

"Mmmmmm... Ma ti va davvero? O lo fai per me?"

"Mi va... mi va... mi va da impazzire..."

"Dici sul serio?"

"Certo... ne ho una voglia matta..."

Alisha sorrise sorniona.

"Mmmmm... e... cosa mi dai in cambio?"

"In cambio????" Xlater spalancò gli occhi... era caduto in trappola... dietro quella mano c'era l'ogetto dei suoi desideri... ma Alisha non sembrava affatto disponibile a rimuoverla facilmente. Non senza "qualcosa in cambio".

"Cosa ti posso dare in cambio? Non lo so!!!"

"Inventati qualcosa... sei tu il creativo..."

"Dài Alisha... ti prego..." Xlater era rimasto con la testa tra le gambe di Alisha, e nel tentativo di convincerla stava slinguazzando il dorso di quella mano irremovibile.

"Che delusione, Xla... credevo che ci tenessi veramente..."

"Ma ci tengo... te l'ho detto... ne ho una voglia pazza..."

"Mmmm..." mugolò meditabonda Alisha... "ci sarebbero i piatti da lavare in cucina..."

"Sì... ma stasera tocca a te... non ricordi? Avevamo detto una volta per ciascuno..."

"Vedi quanto sei fortunato? Se invece fosse toccato a te, non avresti avuto la possibilità di offrirmi questa cosa in cambio..."

Xlater sospirò. Era un'attività che non lo entusiasmava, ma era con le spalle al muro.

"D'accordo... laverò i piatti..."

Alisha sorrise. "Bene... lo vedi che quando ti ci metti sei adorabile... mmmmm vediamo... per il lavaggio dei piatti ti concedo ben cinque bacini... mi sembra un premio onesto..."

Xlater credeva di impazzire. "Cinque bacini?????? Io credevo che..."

"No no..." Alisha scosse la testa. "Vale cinque bacini... prendere o lasciare..."

Cercò di mercanteggiare. "Facciamo almeno dieci..."

"Sei. Non uno di più... e stai bene attento a tener dentro la lingua... solo ed esclusivamente bacini!"

Xlater mugugnò una specie di "va bene". Alisha gli regalo un sorriso smagliante e con studiata lentezza tolse la mano dalla protezione del suo bocciolo, allargando un po' le gambe per esporlo in tutta la sua bellezza. Xlater ne era visibilmente affascinato, e non staccava gli occhi da lì.

"Bene, Xlater" disse trionfante. "Hai diritto a ben sei bacini... puoi accomodarti..."

Lui non rispose. Affondò la testa e andò a baciare con passione quel delicato fiore di carne, cercando di seguirne tutte le pieghe prima di far schioccare il bacio. Sotto le sue labbra poteva avvertire l'umido che tradiva l'eccitazione di Alisha. Ma quel gioco stava eccitando potentemente anche lui.

Intanto Alisha contava i baci e commentava: "Sì... mi piacciono i tuoi bacini Xlater... bravo..."

Xlater sperava che l'eccitazione di Alisha fosse tale da permettergli di continuare, ma non fu così. Alisha contò "...Sei!" ed inesorabilmente la mano crudele tornò a frapporsi tra la bocca di Xlater e la valle del piacere di Alisha. Xlater era sconsolato. Le sue labbra, e i peli della sua barba, erano impregnati del profumo del sesso della ragazza.

"Vorrei continuare..."

"E cosa mi offri in cambio?"

Xlater sospirò ancora. "Se mi prendessi l'incarico di lavare i piatti sempre io, per tutta la settimana?"

"Sei molto gentile, Xlater. Un pensiero molto carino da parte tua... potrei concederti addirittura venti bacini..."

"Solo???? E quanto sarebbe, tradotto in leccate?"

"Mmmmm... vuoi proprio slinguazzarmi la patatina, vero?... goloso che non sei altro... beh, venti bacini equivalgono a cinque secondi di leccata..."

"Cinque secondi?????? Oh no... non se ne parla... venti bacini sono venti secondi!!!!"

"Posso concedertene dieci... se ti va..." e per dare peso all'offerta, non solo tolse la mano galeotta, ma "pettinò" le grandi labbra con le dita.

Xlater dovette capitolare ancora.

"Prego, tesoro... hai dieci secondi di tempo... per la tua lingua... fammi sentire se hai davvero tutta questa voglia di leccarmi..."

Lui si gettò a corpo morto, cominciando a mulinare la lingua come un forsennato. Alisha rise. "Fai piano, Xlateruccio... sei troppo irruento...". Poi, gelando le speranze di Xlater, prese a contare.
La voce di Alisha tradiva una certa eccitazione, ma dopo il "dieci", la mano tornò di nuovo ad interrompere la festa.

"Alisha, ti pregoooooo!"

"Dai Xlater, dimmi cosa mi offri in cambio per continuare fino alla fine..."

Anche lei sperava in una soluzione, ma non avrebbe ceduto mai senza costringere l'altro ad accordarle qualche altra cosa.

"Non lo so..."

Alisha ebbe un'improvvisa ispirazione. Tirò fuori un tono un po' piagnucoloso.

"Sai... mi piacerebbe molto poter sentire ogni tanto qualche mia amica... ma ho la scheda del cellulare praticamente scarica..."

Xlater afferrò il suggerimento.

"Ti presterò il mio cellulare..." disse rassegnato.

"Tutta la settimana?"

Xlater sospirò. "Va bene, tutta la settimana..."

"Senza limiti?"

Xlater trasalì. Ricordò che per Alisha telefonate di un paio d'ore erano la norma. Provò a protestare.

"Ma, Alisha..."

Lei tornò a mostrargli il premio con malizia, e insistette:

"Senza limiti?"

"E va bene... senza limiti... la vuoi sempre vinta..."

Alisha era raggiante.

"Ottimo! Credo che per stasera tu ti sia meritato il premio. Puoi baciarmi e leccarmi a tuo piacimento"

Xlater, senza attendere altro, aveva cominciato a lavorare di lingua, con tutta la cura e la perizia possibile. Visto che ora non era pressato dal tempo, poteva prendersela comoda e ricamare da maestro. E Alisha si abbandonò finalmente a godersi la leccata e la vittoria.

Dopo qualche secondo, però, Xlater chiese:

"Cosa significa 'per stasera'? E se volessi farlo ancora le prossime sere?"

Alisha lo carezzò tra i capelli risospingendolo verso di lei. "Vedrai caro, che troveremo qualcosa. Ci sono tanti piccoli servizietti di cui una ragazza può aver bisogno in vacanza... sci e scarponi da trasportare... valigie da fare e da disfare... piccole commissioni... e poi ci sono dei negozietti deliziosi qui, pieni di cosine carine e costose... avrai sempre il modo per conquistarti il tuo premio, vedrai..."

Xlater sospirò disperato, ma non interruppe il lavoro di lingua. Alisha si stava cominciando a divertire parecchio.

"Sai, caro" disse sognante, "credo che sarà proprio una stupenda settimana bianca..."

* * * * *

La leccata durò a lungo, con grande soddisfazione dei due. Xlater era veramente contento di poter omaggiare in quel modo la sua graziosa amica. Alisha gli ispirava grande dolcezza e tenerezza, e i suoi modi, i suoi piccoli dispetti, la sua provocante ritrosia, non facevano che rendere ancora più brucianti i suoi sentimenti. Sentire quel giovane corpo vibrare alla musica della sua lingua, udire i lievi sospiri musicali che fluivano dalle sue labbra al ritmo del piacere che le stava donando, era per Xlater una delizia indescrivibile.

Dal canto suo Alisha sentiva di perdersi sempre di più a quelle carezze orali. Amava abbandonarsi e lasciarsi andare passiva, offrendosi all'uomo che la stava amando. Tutta la messa in scena precedente l'aveva convinta che per Xlater lei non era una semplice preda da conquistare e da godere. No, in quel momento era veramente al centro totale dell'attenzione e dell'adorazione di Xlater. Ma non si sarebbe concessa per nulla di meno.

Entrambi, pur senza forzare le cose, stavano quindi cercando di prolungare al massimo la magia di quel momento. Tutti e due sentivano che si era stabilita una grande armonia, e nel contatto tra la lingua dell'uomo e il bocciolo di Alisha, insieme alle scintille di piacere che ne scoccavano, c'era tutta la grande intimità ed il grande affetto che nel tempo erano fioriti tra loro.

Ma, minuto dopo minuto, il piacere di Alisha cominciò a crescere. I suoi sospiri cominciavano a diventare più rumorosi e convulsi. Xlater colse questi segnali dell'incipiente orgasmo e cominciò ad intensificare la stimolazione della lingua nei punti focali del piacere della ragazza.

"Xlater... mi fai morire... è... è... maginfico..."

Xlater aumentò ancora il ritmo con cui la lingua frollava sul bottoncino sensibile di Alisha. Ma pochi secondi dopo percepì il ventre di lei irrigidirsi e vibrare, le sue mani stringere più forte la sua testa, e la voce di Alisha prodursi in un lungo melodioso "Aaaaaahhhhhh"

Alisha era venuta sotto la sua lingua e ancora vibrava sotto l'effetto delle contrazioni involontarie. Xlater l'abbracciò, sentendo con piacere che lei restituiva entusiasta l'abbraccio, e mentre ancora la ragazza sospirava forte per il piacere, le sussurrò all'orecchio un infinità di paroline al miele, forse stupide, ma dolcissime.

Poi aspettò con pazienza che lei si riprendesse. Dopo qualche minuto infatti Alisha aprì i suoi begli occhi dal taglio particolare e lo guardò di sottecchi. Non riusci a trattenere un sorriso, vedendo l'uomo al suo fianco, discretamente in attesa. Poi disse con la sua vocina:

"Non ti puoi lamentare, Xlater. Mi sembra che l'affare che hai fatto sia stato conveniente per te..."

Xlater sorrise. "Mi sembra che nemmeno tu, tesoro, te ne possa lamentare...". Alisha sapeva che Xlater aveva ragione, ma simulò un vago fastidio per il tono ironico dello scrittore.

Con gesti voluttuosi si alzò e si dispose, in tutta la sua bellezza davanti a Xlater. Lasciò che per qualche secondo lui la percorresse con lo sguardo, dal viso così dolce e morbido nei tratti, ai capelli che le ricadevano in morbidi boccoli rossicci, alla sua figura sensualmente femminile, al seno pieno, alle morbide e sinuose curve dei suoi fianchi, al pube riccio e provocante, alle gambe flessuose. Appena, come era inevitabile, l'espressione dell'uomo rivelò il suo desiderio per quel corpo giovane, lei, con la massima indifferenza sussurrò:

"Oh, Xlater... sono veramente distrutta... io vado a letto..."

E con un bel sorriso si girò e si incamminò con la grazia voluttuosa di un gatto pigro verso la stanza da letto. Xlater non era riuscito a spiccicare parola.

Quando la raggiunse nella camera, la trovò adagiata su un fianco, con la testa poggiata sulla mano del braccio piegato. Le coperte seguivano fedelmente le forme femminili del corpo della ragazza. Gli sorrise. "Tesoro, vieni a dormire anche tu?"

Xlater biascicò. "Ma... veramente io... credevo che... insomma io..."
L'uomo sentiva prepotentemente la voglia di raggiungere il proprio piacere, ma non sapeva come manifestarla per non rompere il delicato equilibrio tra lui ed Alisha.

"Cos'è che non va, tesoro? Hai voglia di fare l'amore con me, vero?
...Oh, non sai come mi dispiace... ma sono veramente distrutta... mi hai fatto godere come una pazza..."

Il tono gentile e premuroso di Alisha smorzò ogni velleità.

"Non fa nulla, piccola mia... se sei stanca... non c'è problema... sarà per un'altra volta..." Xlater stesso non credeva a quello che stava dicendo. Quella ragazza era capace di incantarlo come una maga.

Alishe sorrise radiosa. Ancora una volta l'aveva in pugno.

"Grazie caro... quanto sei dolce e comprensivo... ma ora vieni qui da me, sotto le coperte... ho tanta voglia di essere un po' coccolata prima di addormentarmi... vieni ad abbracciarmi."

A Xlater non restò che ubbidire. In pochi secondi era sdraiato a fianco di Alisha, con le braccia che circondavano protettivamente il corpo di lei.

"Baciami..." gli sussurrò.

Mentre si baciavano con passione, per effetto del contatto con il corpo caldo di lei e del bacio stesso, l'erezione di Xlater tornò in pieno splendore, cercando di trovare il suo spazio tra i corpi ravvicinatissimi dei due.

Alisha se ne accorse e sorrise.

"Oh!" sussurrò maliziosamente. "Sento che... c'è qualcosa di grande fra noi..."

Xlater sorrise alla battuta. E sospirò "Mi dispiace, ma... puoi immaginare come sto..."

"Come stai?" chiese ingenuamente Alisha, e per accertarsene infilò la mano sotto le coperte, impadronendosi del pene teso di Xlater.

"Accidenti..." sussurrò, saggiandone la consistenza con le mani. "E' proprio durissimo... ma ti fa male?"

"Un po'... si sopporta..." rispose Xlater, sfoggiando eroismo.

La manina affusolata di Alisha cominciò a muoversi piano su e giù contro l'asta, in quello che somigliava terribilmente all'inizio di una delicata masturbazione...

"Lo so che stai soffrendo, amore... ma devi credermi, sono veramente stanca..."

Xlater si sentiva impazzire. "Non ti preoccupare, amore..." biascicò con voce roca.

Alisha continuava a masturbarlo piano. "Non so proprio cosa posso fare per aiutarti..."

In realtà con quella manina galeotta stava di gran lunga peggiorando la situazione. Ma Xlater non l'avrebbe fermata per nulla al mondo.

"Se non fossi così stanca... ah... come mi piacerebbe fare l'amore con te... offrirmi al tuo piacere... sentirti tutto dentro di me... che ti muovi.. che mi possiedi... e che mi fai godere... ma sono troppo stanca..."

La tortura era incredibile. Gli scenari che Alisha evocava potenziavano l'effetto della manina che massaggiva. Xlater non voleva venire in quel modo, ma sentiva che non era lontanissimo dall'orgasmo.

"Sì... tesoro... amore... non preoccuparti... sarà per... domani..."

Ormai lui non riusciva nemmeno a mettere in piedi una frase sensata. Alisha fingeva abilmente di far finta di nulla, ma sapeva con la massima precisione quello che stava provocando.

"Siete così pazienti con me, amore... tu ed il tuo coso... meritate proprio un bacio... un bacio a te ed uno a lui!"

E dopo aver sfiorato con le labbra la guancia di Xlater, Alisha sparì sotto le coperte. Xlater era in delirio.

Ormai lo scrittore era convinto che sarebbe venuto. La sola sensazione della testa di Alisha in prossimità del suo basso ventre era sufficiente a farlo traballare pericolosamente verso il punto di non ritorno. Ma la ragazza si dimostrò diabolica nell'abilità di tenerlo sull'orlo del baratro, senza mai dargli la spintarella decisiva.

Con la coperta che nascondeva i dettagli delle sue manovre, Alisha si dedicò prima ad alitare piano sulla sbarra incandescente di Xlater. Poi, leggera come una farfalla, prese a distribuire baci a fior di labbra su tutta la lunghezza del fallo. Ogni volta che la farfalla si posava, Xlater sobbalzava convulsamente.

Provò ad appoggiare la linguetta umida sul glande, ma la reazione di lui fu tale che decise di non rischiare. Il gioco le stava piacendo troppo e non voleva che si interrompesse così.

Allora scivolando sul torace di Xlater, seminando qui e là lo zucchero dei suoi bacini, il viso di Alisha riemerse dalle lenzuola, tornando con un certo sollievo a respirare aria aperta. Il viso di Xlater era uno spettacolo: sudato, ansimante, incapace di connettere.

Alisha fu presa da grande tenerezza. "Oh, amore..." cinguettò, e si gettò con la propria bocca sulla bocca affannata di lui. Nel gesto, Alisha si accorse che si era messa a cavalcioni sul suo ventre, e l'erezione tesa e sofferente di Xlater era proprio sotto la sua patatina. Era praticamente poggiata con tutto il suo peso sul cazzo di lui. La sensazione era molto piacevole, decise, mentre continuava ad attorcigliare la propria lingua intorno a qualla di Xlater.

Istintivamente il bacino della ragazza cominciò ad ondeggiare, lentissimamente e solo di qualche millimetro. Xlater stava predisponendosi a sopportare anche quest'altra tortura. Ma si accorse che stava succedendo qualcosa di nuovo.

Lo sfregamento diventava man mano più deciso. La passerina di Alisha stava progressivamente inumidendosi, e il respiro più affrettato e l'espressione assorta di lei lo confermavano. Alisha si stava eccitando. Questa circostanza restituì lucidità a Xlater, che addirittura prese ad accompagnare i movimenti di lei con leggere vibrazioni in controtempo del proprio ventre.

Alisha era sempre meno padrona dell'istintivo scivolare su e giù sul pene dell'uomo. La sensazione di quell'asta dura, con quel leggero rilievo al centro che sfregava il suo clitoride e si insinuava tra le grandi labbra, la stava facendo impazzire.

"Cosa mi stai facendo, Xlater?" chiese, quasi arrabbiata.

In realtà era lei che si stava muovendo. Ma non era questa la risposta giusta. Con Alisha le regole del gioco sono tutte particolari, e Xlater lo sapeva. Per cui rispose diversamente.

"Non ti piace, tesoro?"

Alisha esitò. Poi cedette.

"Sì.... sì.... mi piace... mmmmmm... mi piace..."

Ormai Alisha aveva gettato al vento ogni freno e si stava masturbando esplicitamente contro il pene di Xlater. Anche Xlater stava apprezzando quello sfregamento, e cominciava ad affezionarsi all'idea di raggiungere l'orgasmo in quel modo, con lo sperma che avrebbe impiastricciato tanto il pancino di Alisha che il suo ventre peloso.

Poi Alisha, nell'impeto della sua cavalcata, scivolò troppo avanti, ed il pene dell'uomo si sollevò. Così quando lei cercò di tornare indietro il glande turgido si trovò puntato contro l'imbocco della vagina di Alisha, eccitata e lubrificata dai propri umori.

"Xlater... che intenzioni hai?" chiese Alisha, eccitatissima, con un tono di voce preoccupato, mentre non riusciva a trattenersi dallo spingersi contro quel cazzo.

"Niente amore..." sussurrò innocentemente lui, e intanto la cappella si addentrava tra le pareti fluide del nido d'amore. Era Alisha che continuava a spingere, ma Xlater non si tirava certo indietro.

"Brutto porco!" piagnucolò. "Oohh... Me lo stai infilando dentro..."

"Ma che peccato..."

A questo punto una buona metà dell'asta era immersa nel calore umido e morbido della fichetta di Alisha.

"Ti avevo detto... aahh... che ero stanca... uuuhhh.. che non volevo... sei un grosso... aahh... un grosso egoista..."

"Molto grosso, vero tesoro?"

"Sei... oohh... odioso... assolutamente odioso... aahh"

"Non riesco a perdonarmi..."

Tutta la virilità di Xlater era ormai preda dell'abbraccio tenero e caldo della vagina. La ragazza guardò negli occhi Xlater. I due si sorrisero complici. Alisha sussurrò minacciosa.

"Se ti azzardi a venire prima di far godere me, ti giuro che da domani dormi sulla moquette!"

E così, ridendo entrambi, Alisha e Xlater cominciarono ad amoreggiare con grande voluttà. Finalmente il sogno del loro primo amplesso, che avevano inseguito per lunghi mesi, stava diventando realtà.

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