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Le Vacanze di Patrizia (Sesta Parte)

 
Restammo entrambi in silenzio, ai due capi del filo. Le ultime sue parole riecheggiavano nella mia testa. Passarono i secondi. Fu lei a riprendere a parlare. Era titubante e impaurita.

"Fabio? .... Fabio, ci sei?"

"Ci sono, ci sono..." Non riconoscevo la mia stessa voce. Patrizia non sapeva che dire. Ripresi il discorso. Brutalmente.

"Ti sei fatta inculare da Piero." Non era una domanda.

"Si'. Io... Si'." Pausa. "Che ne pensi?"

"Non ne penso niente. Voglio dire... ancora non riesco a rendermene conto. Sono... un po' stordito..."

"Sei incazzato con me?"

"No. Non lo sono. Dovrei, forse? In realtà non sono neanche cosi' sorpreso. Voglio dire... l'avevo messo tra le possibilità. Certo che la possibilità è una cosa, il fatto compiuto è un'altra. Devo abituarmi all'idea. Però... no, amore, non sono incazzato con te."

"Oh... meno male! Ti amo, Fabio! Ti amo tantissimo!" era evidentemente sollevata.

"Però dimmi. Come ti è venuto in mente? Le nostre esperienze di sesso anale non erano state cosi' esaltanti. E lui ce l'ha pure bello grosso! Non avevi paura? Non temevi di non riuscirci?"

"Non lo so... è che dopo tutto quello che avevo fatto con i suoi amici fargli un semplice pompino mi sembrava... mi sembrava poco. Io ero amica di tutti e quattro, ma con Piero c'è sempre stato un rapporto speciale. Gli ero veramente affezionata, Fabio. Io amo te, intendiamoci. Ma con lui c'era un'amicizia bellissima. Mi sarebbe piaciuto tanto scopare con lui. Ma non potevo, quindi... dargli il culo mi è sembrata una buona alternativa."

"E... come è andata? Ti ha fatto male?"

"Un po'... Meno di quello che temevo, comunque. L'avevo messo in conto. Anche adesso, mentre ti parlo, sento un po' di bruciore... li'. Ma non mi da fastidio. Anzi, mi fa quasi piacere. E' una testimonianza e un ricordo del fatto che ieri sera sono stata divinamente inculata. L'idea di averlo fatto mi eccita da impazzire. Sono entusiasta di esserci riuscita. E per di più con uno con il cazzo cosi' grosso. Mi sento come liberata. Ora so che posso rifarlo in qualsiasi momento, con te, con chiunque."

"Hai intenzione di farti inculare ancora, prima di tornare a Roma?"

"Non lo so. Forse. Perché no? Ma comunque non è questo il punto. Il punto è che posso farlo. E' come se avessi perso una verginità. E di fatto, Fabio, in un certo senso è cosi'. Tu sei stato il primo a... entrare. Ma la prima vera sodomizzazione che ho subito, completa di sborrata finale dentro, è stata quella con Piero ieri sera. E' questo è un pensiero che mi arrapa da morire. So che non è giusto nei tuoi confronti, ma è estremamente eccitante pensare che la mia vera verginità anale, la mia prima inculata, l'abbia fatta con un altro, tradendoti. Non lo trovi eccitante anche tu?"

"Lo trovo eccitante anche io. E' strano, ma non mi sorprendo più." La mia voce aveva un che di rassegnazione. "Ma oltre all'idea, ti è piaciuto anche il fatto in se? Voglio dire, anche l'atto è stato cosi' divertente?"

"Oh, si'! Ma ti voglio raccontare tutto dall'inizio. Voglio che tu conosca ogni particolare della mia prima vera inculata. Tu non muori dalla voglia di sapere tutto?"

"Certo, amore. Racconta. Eravamo rimasti, se non mi sbaglio, a quando tu gli hai offerto il culo mentre lo stavi sbocchinando..."

"Esatto. Credo che l'idea di incularmi lo eccitasse molto. Sentivo benissimo che il cazzo gli si era indurito ancora di più. Ma stranamente, a parole, era incerto. Ha comiciato a chiedermi: ma ti va, sei sicura, te la senti. Si', si', si', rispondevo io Poi ha attaccato con te. Ma Fabio lo sa, lo hai avvertito, gli hai parlato. E io rispondevo: no, vorrà dire che stavolta gli facciamo una sorpresa. E lui insisteva: ma come la prenderà, ma se poi si incazza. E a quel punto mi stavo incazzando io.

'Ma insomma!' gli ho detto piccata, 'ti sto offrendo il culo. Cosa vuoi di più? Vuoi essere implorato? E va bene, ti imploro!'. Senza dargli tempo di dire niente, mi sono di nuovo messa a sbocconcellare adorante il suo cazzo e, tra una slinguata e l'altra, ho cominciato a dire maialate con voce sospirosa e provocante. Roba tipo 'Oh Piero, ti prego, mettimi il tuo cazzo meraviglioso nel culo. Ho voglia di sentirmelo dentro. Voglio che tu me lo allarghi per bene. Ce l'ho ancora molto stretto, vedrai ti piacerà. Ma ti prego, inculami. Sodomizzami.' Ogni frase alternata ad una succhiata o a una leccata. E nel frattempo, ovviamente, smuovevo il culo davanti ai suoi occhi.

La cosa gli ha fatto effetto, perché si è subito affrettato ad interrompermi, dicendo 'Va bene, va bene, fermati'. Gli ho fatto un sorrisetto, come una bambina capricciosa che riesce ad averla vinta per l'ennesima volta. Si era alzato a sedere sul bordo del letto.

Io mi sono messa in posa. In ginocchio, mi sono chinata in avanti fino a baciare il lenzuolo, ho inarcato la schiena e ho portato entrambe le mani dietro ad allargare le chiappe il più possibile. Sentivo che le mie parti intime, e il mio buchino posteriore in particolare, erano oscenamente esposte. Ho sussurrato 'Piero, ecco il mio buco. E' a tua completa disposizione'.

Piero si era alzato. Ora era ai piedi del letto, nel posto migliore per ammirare le mie bellezze. Sentivo che mormorava 'Fantastico... eccezionale...'. Poi ha detto 'Resta ferma cosi'!'. Io ho ubbidito, continuando a tenere spalancate le natiche con le mani. Sentivo che armeggiava tra le sue cose. Ero incuriosita, ma non osavo muovermi. Poi all'improviso il lampo di un flash. 'Non muoverti, Patrizia!'. Un altro lampo. Io restavo immobile. Ancora un lampo, stavolta più intenso. Come se si fosse avvicinato per un primo piano.

Piero si è affrettato a spiegare. 'Scusami, Patrizia, ma non potevo lasciarmi sfuggire il miglior panorama dell'intera vacanza. S'intende, sono foto ad uso strettamente personale. E' un caro ricordo di te che voglio conservare. Non ho intenzione di metterle in giro. E in ogni caso la faccia è coperta, nessuno ti riconoscerebbe...'

Io inizialmente mi ero incazzata. Ma poi le sue scuse mi hanno un po' addolcito. Gli ho detto, sarcastica: 'Se ti diverti tanto con la macchinetta fotografica, puoi anche chiamare un altro a incularmi. Cosi' tu puoi fare tutte le foto che vuoi.' 'No, scusami' si è affrettato a rispondermi, riponendo subito la Nikon, 'preferisco farlo io'. Si è inginocchiato sul letto dietro di me, che ero rimasta immobile con le mani che spalancavano le chiappe. Ha avvicinato la testa e ha cominciato a passarmi la lingua sul buco. Con calma, senza fretta, metodicamente, mi leccava su e giù, dandomi brividi di piacere. Piano piano l'area del buco del culo si stava sensibilizzando e bagnando della sua saliva. Lui ha cominciato a fare piccole penetrazioni con la lingua, muovendo dentro la punta come per allargarmi. Era gradevole. Sentivo già crescere la voglia di sentire dentro qualcosa di più consistente.

Come se mi avesse letto nel pensiero, si è alzato e ha preso un tubetto di una qualche crema. Se ne è spremuta una ricca quantità sulla punta dell'indice e ha cominciato a spalmarmela delicatamente sul buco. E' rimasto per qualche secondo all'esterno, poi lentamente e con molta delicatezza mi ha infilato la punta dell'indice, strappandomi un leggero ansito. Per un po' ha tenuto dentro solo la punta del dito, ruotandola. Sentivo che il mio buchino la stringeva. Per un attimo ho avuto paura. Se quella era la sensazione che mi provocava il dito, figuriamoci... Piero ha avvertito che mi stavo irrigidendo e con voce dolce mi ha invitato a rilassarmi, carezzandomi i capelli con l'altra mano. Piano piano ha cominciato a spingere fino a far scomparire tutto l'indice nel mio ano.

'Dimmi esattamente cosa senti' mi ha chiesto. Io mi sono concentrata sul suo dito nel culo. 'Sono due sensazioni diverse...' 'Prova a descriverle.' 'Mmmh... una è verso l'esterno... il primo centimetro del buco. Mi sento tirare, allargare. Non è doloroso... è sopportabile, ma è un po' fastidioso.' 'Sono muscoli involontari. Tendono a stringere. Devi cercare di rilassarli e rilassarti, e poi non sentirai più dolore. Vedrai non è cosi' difficile. Dimmi della seconda sensazione.'

'E' più dentro. Sento il tuo dito che si muove. Non lo avverto distintamente, è una sensazione più vaga.' 'Piacevole?' ha chiesto. 'Mmmh... è strana... sento come se mi smuovesse tutte le viscere. E' più vaga da localizzare ma sembra ripercuotersi su tutto il corpo. Non è male, anzi è eccitante. Si', è decisamente piacevole.' 'Perfetto!' ha esclamato, come se fosse sollevato dalla mia risposta. 'Ora concentrati su questa seconda sensazione, e dimenticati della primà.

Ci ho provato. Ho fatto del mio meglio. E ho scoperto che funzionava. Mentre Piero delicatamente aveva cominciato a fare un movimento di avanti e dietro con il dito, la sensazione esterna era gradualmente scomparsa in sottofondo. Il mio anellino esterno accettava senza opporsi minimamente la penetrazione del dito di Piero, che intanto lo smuoveva con sempre maggiore decisione. E nel frattempo mi stavo deliziando con l'altra sensazione, che mi dava brividi su tutto il corpo. Mi sono sorpresa ad aspettare con anticipazione il momento in cui al posto di quel dito avrei potuto gustarmi tutto il suo cazzone. Quel pensiero mi ha strappato un mugolio di piacere, mentre anche la passerina si stava progressivamente bagnando.

Piero non condivideva la mia fretta. Faceva le cose con molta calma, come se avesse l'eternità a disposizione. Tirò fuori l'indice e lo sostitui' con il medio. Mi ha inculato per un po' con il medio. Poi di nuovo con l'indice. Poi di nuovo col medio. Entrava e usciva comodamente, senza che io provassi alcun fastidio. Il buco era ben lubrificato e non opponeva nessuna resistenza. E io mi godevo la sensazione delle sue dita che si agitavano dentro di me.

Poi ha cominciato a provare con due dita insieme. Ha schiacciato il polpastrello del medio sull'unghia dell'indice e ha violato il buco con entrambe le dita. La punta del doppio dito è entrata facilmente, ma subito dopo il diametro si allargava irregolarmente e il mio anellino ha ricominciato a tirare. Piero ha subito ricominciato a sussurrare di rilassarmi, che non mi avrebbe fatto male, che mi sarebbe piaciuto. Lentamente il mio buco ha cominciato ad abituarsi al maggiore diametro. Piero aveva infilato le due dita fino in fondo e alternava le penetrazioni a movimenti rotatori che contribuivano ad allargare il buchetto. E il buchetto cedeva. Di nuovo ogni dolore e ogni fastidio erano scomparsi, lasciando spazio alla sensazione voluttuosa di un corpo estraneo nelle mie viscere e all'attesa di provare il suo cazzo a posto delle sue dita. Ormai, ho pensato, non dovrebbe mancare molto.

Piero ha estratto le dita e mi ha fatto cambiare posizione. Mi ha fatto stendere supina, ha infilato un cuscino sotto la mia schiena e ha ripiegato indietro le mie gambe fino a portare le ginocchia all'altezza delle mie spalle. Con un cenno mi ha fatto capire di reggermi le gambe per mantenerle in quella posizione. Ero sorpresa. Mi aspettavo di essere inculata nella classica posizione carponi. Evidentemente la mia espressione tradiva la mia perplessità (finalmente ci guardavamo in faccia) perché lui si è affrettato a spiegare. 'Cosi' dovrebbe essere più facile... fidati di me... so quello che faccio'.

Si è spalmato un'altra dose di crema sulle dita ed è tornato ad infilarmi indice e medio. Provai ad individuare le differenze in questa nuova posizione e dovetti concludere che aveva ragione. Sistemata cosi' l'anello all'entrata del mio culo era più 'in tiro'. Più stabile. Non tendeva più a seguire il movimento dentro e fuori delle dita. Si era ridotto come lunghezza, o almeno non lo avvertivo più come un centimetro ma come una strisciolina di un paio di millimetri. Inoltre sembrava più propenso ad aprirsi senza protestare. Ogni potenziale dolore o fastidio si era ridotto ai minimi termini. Le dita pentravano più a fondo, esaltando il mio piacere. E poi c'era un altro vantaggio immediato. In questa nuova posizione Piero teneva il viso vicinissimo alla 'zona dell'azione' e ad un certo punto, mentre continuava a fottermi e ad allargarmi il culo con le dita, ha comiciato, con mia grande gioia, a darmi tenere leccate sulla figa.

Ero in paradiso. La mia eccitazione favoriva il rilassamento dei muscoli anali e ormai le dita di Piero giocavano liberamente, dentro e fuori, a destra e a sinistra. Il mio culo ormai era aperto e pronto a ricevere qualsiasi cazzo. La sua lingua mi stava facendo impazzire. Avrei desiderato venire cosi', ma Piero aveva altre intenzioni.

Si è rialzato e ha cominciato a smaneggiarsi il cazzo che durante il trattamento aveva perso un po' di rigidità. Mentre si toccava non staccava gli occhi dal mio buchetto che lo aspettava fremente. In pochi secondi il suo cazzo aveva riacquistato tutto il suo splendore, e io glielo guardavo, affascinata ed intimorita allo stesso tempo. Ha versato un'altra massiccia dose di crema e se l'è spalmata con cura su tutto il cazzo. Lucido e scintillante sembrava ancora più grosso.

Si è piazzato in ginocchio davanti a me. Ha fatto scivolare la sua cappella sulla fighetta, facendomi quasi venire. Si è lubrificato la punta con i miei succhi e infine si è appoggiato al buco. Si è fermato un attimo a guardarmi, come in attesa dell'ultimo assenso. Non mi sono fatta pregare. 'Inculami, Piero' gli ho detto 'non ce la faccio più'.

Ha cominciato a spingere. Sentivo il buco che si allargava. Lui spingeva, lentamente, inesorabilmente. E il buco si allargava. Cominciava a tirare, a far male. Mi è scappato un gemito. Piero mi ha guardato e dolcemente ha cominciato a parlarmi in tono suadente e vagamente ipnotico. 'Rilassati Patrizia... respira profondamente... lasciati andare... sarà solo un attimo... poi sarà bellissimo... fidati di me... non voglio farti male...'. Era riuscito a calmarmi di nuovo. Allora ha dato un breve colpo improvviso. Ho avuto un lampo di dolore, ma è passato subito sostituito dalla insolita sensazione di qualcosa, qualcosa di grosso, nelle mie viscere. Ho capito che era entrato con tutta la cappella oltre lo sfintere. Piero mi ha sorriso. Si era fermato per permettermi di abituarmi alla sensazione. 'La parte più difficile è passatà ha dichiarato soddisfatto. 'Come va?' 'E'...è grosso...' è stata la prima cosa che mi è venuta di rispondergli. 'Credevo che te ne fossi già accorta...' la sua voce era dolcissima. 'Fa male?'. Io ho scosso la testa. 'Vediamo se riusciamo ad entrare un po' più a fondo...'

Ha ripreso a spingere. L' anello esterno aveva cominciato ad assuefarsi al suo diametro notevole e l'abbondante lubrificazione preveniva ogni fastidio derivante dallo sfregamento. La mia attenzione si concentrava su quello che succedeva dentro. Altro che il solletico provocato dal timido sfregare interno di un dito. Era roba di un altro pianeta. Il cazzo di Piero tendeva e allargava le pareti interne, provocandomi come degli strani brividi caldi in tutto il mio corpo. Era una sensazione intensa e coinvolgente. Ansimavo forte, e pensavo che ancora ce l'aveva quasi tutto fuori!

Quando è arrivato più o meno a metà, Piero ha cominciato a pompare dentro e fuori. Prima delicatamente, poi con un po' più di forza, e ogni volta spingendolo qualche millimetro più in fondo. Mi sentivo squassare. Ma era bellissimo. Ansimavo forte e mandavo dei piccoli gemiti gutturali ogni volta che Piero affondava. Lui aveva messo le sue mani sul dietro delle mie ginocchia e mi schiacciava ancora di più in quella posizione assurda piegata in due. Lui era steso per tutta la sua lunghezza sopra di me in una posizione ideale per affondare i suoi colpi con tutto il suo peso.

Ormai mi stava inculando a tutto vapore. Era una sensazione sconvolgente. Il suo cazzo penetrava per tutta la sua lunghezza. Mi rivoltava le mie viscere come un cucchiaino nello yoghurt e sembrava travolgere anche lo stomaco, il cuore, i polmoni, il cervello nel rimescolamento generale. Sentivo l'eccitazione crescere ogni momento di più. E Piero, che continuava a pomparmi il culo come un forsennato, se ne accorgeva. Ad un certo punto mi ha sussurrato dolcemente, e con un pizzico di ironia 'Non vorrai venire, vero? Le ragazze per bene non hanno orgasmi mentre le ciulano nel culo'. Per qualche oscura ragione le sue parole hanno amplificato la mia goduria. Istintivamente mi sono portata la mano sulla fighetta e ho cominciato ad accarezzarmi. Tra il suo cazzo e la mia mano ho raggiunto un orgasmo pauroso.

Avevo le lacrime agli occhi. 'Piero' ho biascicato 'co... cosa mi hai fatto?' Lui, che nel frattempo si era fermato, mi ha risposto con un sorriso. Ha voluto cambiare posizione. Mi ha fatto stendere sul fianco destro, con gran sollievo da parte mia, visto che l'altra posizione era oltremodo scomoda. Si è steso alle mie spalle. Mi sono sistemata in modo di offrirgli di nuovo il culo e lui mi ha penetrata senza alcuna difficoltà. Un paio di colpi tentativi per assestare al meglio l'angolo di penetrazione e la nostra inculata è ripresa a pieno regime.

In questa posizione, però, il ritmo era inevitabilmente più lento e compassato. Ogni colpo era più lungo e completo, come se ogni volta volesse godersi ogni centimetro del mio culo, lasciandomi nel contempo la possibilità di godere di ogni centimetro del suo cazzo. E poi c'era più contatto fisico. La mia schiena sfiorava il suo torace, le sue braccia potevano abbracciarmi e accarezzarmi, la sua bocca poteva baciarmi agevolmente sul collo. E potevamo parlare."

"Ah... e di che avete parlato? Del tempo?"

Il mio commento dissacratorio tradiva la mia rabbia. Non tanto per l'ennesima infedeltà di Patrizia, quanto per aver constatato la mia goffagine ed inettitudine confrontata alla sublime abilità di Piero. Avevo avuto a disposizione quel culetto meraviglioso diverse volte, e non ero riuscito a far altro che a provocare dolore a lei e frustazione a me. Lui invece, con tutta la sua pazienza e attenzione, era riuscito a godersi in pieno la sua rosellina e a rendere l'atto poco doloroso per lei. Anzi, si era addirittura tolto la soddisfazione di portarla all'orgasmo. Beh, se l'era meritato. E anche io avevo meritato quella lezione.

Ma le lezioni servono per imparare. Avevo scrupolosamente preso nota mentalmente della tecnica di Piero. Il segreto, avevo capito, sta nel non aver fretta nel preparare il buchino alla penetrazione. Calma e gesso. Quello era stato il mio errore principale. Effettivamente, tutte le volte che Patrizia mi aveva offerto il culo, mi ero fatto prendere dalla fregola di puntare il cazzo e spingere dentro, senza preoccuparmi troppo dei preliminari. Non avrei più commesso quello sbaglio.

Poi c'era il discorso della posizione. Sarà vero che in quella posizione "alla diavola" l'inchiappettata è meno dolorosa? Avevo i miei dubbi, ma mi sarei comunque adeguato. Non volevo correre nessun rischio.

"Allora? Di che avete parlato?"

"Mah... un misto di cose dolci e cose porche..."

"Tipo?"

"Lui mi ha chiesto, premuroso, se mi piaceva. Io gli ho risposto di si', che mi piaceva molto. Che era stato molto bravo a non farmi male e che si vedeva che aveva una certa esperienza. Gli ho chiesto se Vanessa si fa inculare spesso, lui ha risposto 'Da me quasi mai, praticamente mai.' Allora gli ho chiesto da dove gli venisse tutta questa perizia e lui è stato vago, parlando di 'esperienze precedenti'. Non ho insistito.

Poi gli ho detto che ero sorpresa. Che non mi aspettavo che l'inculata potesse essere una cosa cosi' dolce. Lui mi ha detto che è un errore che fanno in molti. E intanto continuava a pomparmi su e giù lentamente nel culo. Mi ha detto che la gente è abituata a considerare la sodomizzazione come un atto di violenza, di sopraffazione, di dominio. E invece secondo lui il sesso anale può essere fatto anche con affetto e con tenerezza. L'inculata, ha detto, può essere al cento per cento un atto d'amore.

Sono rimasta un po' a riflettere sulle sue parole, mentre lui, coerentemente a quanto aveva detto, continuava ad fottermi nel culo con grande delicatezza e dolcezza. 'E tu, Piero' gli ho chiesto, timida 'mi stai inculando con amore?' Lui ha esitato un attimo. Poi ha risposto. 'Sai benissimo, Patrizia, che non ti considero solo una ragazza con cui divertirsi a letto. Sei in gamba, ti stimo, ti sono affezionato moltissimo. E poi ti trovo molto bella. Forse dire che ti amo è un'esagerzione... però... però un po' si'!' Era arrossito come un bambino. Io sentivo il cuore che mi si stringeva dalla commozione, mentre poco più sotto il mio culo continuava ad essere allargato dai suoi colpi ripetuti. 'Oh Piero' ho sussurrato, sorridendogli. 'Come sei caro!'

'E tu Patrizia?... ti stai facendo inculare con amore?' 'Io amo Fabio' ho risposto subito, quasi automaticamente. 'Però... anche io... un po' si' ' ho concluso, ripetendo le sue stesse parole e scimmiottando il suo accento. Abbiamo riso insieme per un attimo. Lui si è un po sollevato su un gomito e si è avvicinato. Io ho girato la testa e ci siamo guardati negli occhi. Senza accorgercene ci eravamo appena dichiarati reciproco amore... diciamo UN PO' d'amore. Lui si è avvicinato con le labbra e ci siamo dati un tenerissimo bacio."

"Ma guardali, i piccioncini!"

"Non rovinare tutta la poesia, Fabio. E' stato un momento molto bello."

"Si'! Una specie di cinema multisala! 'Via col vento' in sala uno e 'Le voglie anali di Patrizia' in sala due..."

"Non capisci un cazzo, lo vedi? Non c'era nessuna contraddizione. Anzi c'era perfetta armonia tra quello che ci dicevamo e quello che stava succedendo... si', insomma... in sala due. Anzi, ti dirò che tutti quei discorsi teneri mi stavano rimescolando il sangue e mi stava risalendo l'eccitazione.

Gli ho chiesto 'Piero, vuoi essere il mio Amante Ufficiale?' 'Ne sarei onorato' mi ha risposto. 'Ma, in pratica, che differenza c'è?'. 'Mah, ritengo che avresti una specie di diritto di precedenza sulle mie prestazioni, dopo Fabio, s'intende..' 'S'intende...' 'Ma non è questa la cosa più importante!' 'E quale sarebbe?' 'Sarebbe che, se poi andassi con un altro, oltre a Fabio cornificherei un po' anche te. Non lo troveresti eccitante?'

Non ha risposto, ma il ritmo delle sue pompate nel mio culo, e del suo respiro, erano più veloci. Si stava eccitando. E anche io. Ho insistito sul tema. 'Pensa, Piero. Tra un paio di giorni ti telefono su a Milano e ti dico: Ciao, mio adorato Amante Ufficiale. Volevo avvertirti che stasera me lo faccio mettere in culo da un tipo. Sei stato talmente bravo, amante mio, che ora ho voglia di continuare a farmi inculare. Ho già chiamato Fabio e per lui va tutto bene. Naturalmente poi ti racconterei tutto per filo e per segno. Tu che ne pensi?'

Si stava eccitando come un maiale! Ha balbettato, ansimando 'Cosa ti fa credere che io sarei aperto e permissivo quanto Fabio?' 'Me lo fa credere il tuo cazzone che si è indurito come il marmo nel mio culo mentre ti parlavo'. E' rimasto ammutolito un attimo. Poi ha bofonchiato 'Sei terribile, Patrizia!' "

"Sei terribile si'! Ma nemmeno sulle tue corna posso avere l'esclusiva!?" Ero abbastanza allegro. Scoprire che anche Piero potesse condividere lo stesso mio piacere perverso ai tradimenti di Patrizia mi aveva tirato su d'umore. Anche un ragazzo bello, virile, gran scopatore, superdotato e sessualmente "normale". Oddio... "normale"... mah! Quel panegirico sull'inculata "atto d'amore"... quel vago riferimento a non ben precisate "esperienze"... Maddai! Ma che vado a pensare!

"Lo vedi? I ragazzi fanno la coda per farsi cornificare da me, e tu ti lamenti! Sei un ingrato!"

"Hai ragione, amore!"

"Dovresti ringraziarmi, invece!"

"Ti ringrazio. Grazie amore per tutte le corna che mi hai messo. Grazie per esserti fatta inculare da Piero. Ma quanto è durata ancora st'inculata?"

"Abbiamo cambiato ancora posizione. Piero stava per finire e sentiva l'esigenza di spingere un po più velocemente. Mi sono messa finalmente nella classica posa a quattro zampe e Piero ha cominciato a darci dentro. L'inculata era molto meno tenera e molto più primitiva e selvaggia. Ma anche cosi' era molto, molto gustosa.

Credo che non mancasse molto all'orgasmo di Piero, e io non vedevo l'ora di sentirmelo venire dentro, quando all'improvviso abbiamo sentito la chiave girare nella toppa. Era Giorgio!

Piero ha sibilato 'Ma che cazzo!'. Sentivo che faceva dei gesti verso Giorgio, gesti che nella mia posizione non vedevo. Giorgio era piuttosto sbronzo. Non si reggeva bene dritto sulle gambe e non staccava gli occhi dalla scena che aveva davanti agli occhi. Come se non riuscisse a rendersi bene conto se era uno scherzo dell'alcol o effettivamente il suo amico Piero si stava inculando alla grande la sottoscritta. Ai gesti accusatori di Piero ha risposto con una scrollata di spalle, mostrando il quadrante dell'orologio, come dire: che ne potevo sapere che a quest'ora stavi ancora facendo il maiale?

Sono stata io a sbloccare la situazione dall'impasse. Ho detto 'Giorgio, che bella sorpresa! Perché non ti spogli e non vieni a farci un po' di compagnia?' Giorgio ha guardato timorosamente verso Piero, ma deve aver ricevuto qualche forma di assenso, perché nel giro di un minuto era nudo in ginocchio sul letto, con il cazzo durissimo all'altezza della mia bocca.

Per la prima volta in vita mia mi sono trovata ad avere a che fare con due uomini contemporaneamente. L'idea mi stava eccitando tantissimo, ma le difficoltà pratiche non mancavano. Le furiose pompate di Piero nel mio culo mi impedivano di lavorare decentemente con la bocca il cazzo di Giorgio. Le mani mi servivano per tenermi in equilibrio. Insomma, l'unica cosa che potevo fare era prenderlo in bocca e trasmettergli, attraverso le labbra il violento su e giù che Piero imponeva a tutto il mio corpo. Giorgio non è sembrato deluso di questa soluzione e ha preso a muoversi con il bacino in controtempo, accentuando il movimento delle mie labbra sull'asta. Nel giro di un minuto ci muovevamo tutti e tre con perfetto sincronismo. Venivo scopata all'unisono, in bocca e in culo da due splendidi cazzoni e la cosa mi piaceva da impazzire.

Piaceva molto anche a loro. In particolare Piero stava spingendo sempre più selvaggiamente, penetrando ogni colpo fino alla radice e facendomi sentire i suoi coglioni che sbattevano sulla mia figa. All'improvviso ha rantolato e si è come piantato con tutto l'uccello dentro. Stava venendo. Sentivo il suo cazzo che pulsava. Mi sembrava di sentire una specie di sensazione di calore, dentro, in fondo, che ho pensato fosse dovuta al suo sperma. Ma forse è stata solo suggestione.

Piero è uscito dal mio culo e si è stravaccato sul letto, ansimante. Ho guardato Giorgio e maliziosamente gli ho detto 'Dai, Giorgio. E' il tuo turno. Sento che Pietro ti ha lasciato la porta aperta.' Li ho colti entrambi di sorpresa. Per qualche ragione si aspettavano che mi sarei limitata a finire Giorgio con la bocca. Giorgio comunque non si è fatto pregare. Ha sogghignato, con voce vagamente da ubriaco 'Cazzo! La mia festa ancora non è finita! Ancora regali!'.

Si è sistemato nella stessa posizione che occupava prima Piero, me l'ha schiaffato dentro in un colpo solo e ha cominciato subito a pompare di buona lena. Sentivo che il mio culo accoglieva con grande disinvoltura questa nuova invasione. Il cazzo di Piero mi aveva ben allargato e le dimensioni minori di Giorgio non erano un problema. Il suo cazzo scivolava tranquillamente dentro e fuori, senza alcun dolore o fastidio, lasciando solo la gustosa sensazione di un altro cazzo che mi rimestava nell'intestino, insieme all'eccitante pensiero di quanto ero troia in quel momento a farmi inculare dal secondo maschione nelle stessa sera.

Anche Piero mi guardava affascinato, mentre lo prendevo in culo dal suo amico. Dall'espressione del mio volto e dai miei sospiri si capiva benissimo quanto mi stessi gustando le bordate di Giorgio. Come preso da un'ispirazione, ha effettuato una specie di manovra di aggiramento. E' sgusciato con la testa sotto le gambe di Giorgio e sotto le mie fino ad arrivare con la bocca sulla mia passera. E ha cominciato a leccarmi.

Non capivo più niente. Giorgio mi inculava senza alcun ritegno. Piero si stava accanendo sul mio clitoride con la lingua (si teneva nella zona alta, per evitare di battere il mento contro le palle dell'amico). Sono venuta urlando gettandomi con tutto il peso sulla faccia di Piero. Giorgio continuava a pompare selvaggiamente. Avrei voluto pregarlo di fermarsi un attimo, ma non avevo il fiato. E cosi' ha continuato, provocandomi subito un altro orgasmo e poi ancora un altro. Subito dopo è venuto anche lui, cadendomi addosso con tutto il peso e versando la seconda sborrata nel mio culo.

Il povero Piero era rimasto schiacciato con il viso sotto il peso congiunto mio e di Giorgio. Si è poi liberato da quel groviglio di corpi e si è diretto verso il comò. Nel frattempo anche Giorgio aveva estratto il suo cazzo, ormai sgonfio, ed era sceso dalla mia schiena. Piero aveva preso di nuovo la Nikon. 'Allargati le chiappe, Patrizia!' mi ha detto. Ho capito al volo quello che voleva. Ho assunto la stessa posizione di prima, in ginocchio, col culo esposto e spalancato dalle mani e la faccia schiacciata sul lenzuolo, e lui ha effettuato gli stessi tre scatti con il flash. Una panoramica, uno a media distanza e un primo piano. Ma credo che il mio culo, dopo il trattamento subito, abbia offerto uno spettacolo ben diverso rispetto a qualche decina di minuti prima. Giorgio, che si era rapidamente scansato per non entrare nella visuale della Nikon, guardava allibito e sconcertato, sia lo spettacolo del mio buco bi-sodomizzato, sia la mia docilità nel prestarmi all'obiettivo in posizioni tanto oscene.

Ha detto: 'Patrizia, nella stanza accanto ci sono Luca e Luigi. Se vuoi...'. 'Si', ti prego, Giorgio. Valli a chiamare'. Era stata la mia mente perversa a parlare, stuzzicata dall'idea di essere inculata da quattro cazzi diversi uno dopo l'altro. Il mio corpo invece era piuttosto stanco, e dentro di me ho tirato un sospiro di sollievo quando Giorgio, un minuto dopo, è tornato da solo, scuotendo la testa. 'Che stronzi! Sono ubriachi fradici. Non si svegliano neanche a cannonate'.

Ho colto la palla al balzo e ho chiesto a Piero di accompagnarmi, per piacere, al mio albergo. Ho indossato di nuovo il mio vestitino nero, ormai sgualcito, e le scarpe. Non avevo niente altro da rimettermi addosso. Ho salutato Giorgio e sono scesa con Piero, che prima di partire ha controllato che i suoi amici non avessero causato danni alla BMW. Appena svaniti i fumi dell'eccitazione, la stanchezza mi è crollata addosso come una cappa di piombo. Mi sentivo uno straccio. Il buco del culo cominciava a farmi decisamente male, mentre un rivoletto di sperma cominciava a fuoriuscirne, macchiando il vestito. Ho ripassato mentalmente tutto quello che era successo durante la serata. In quel momento ero tutt'altro che soddisfatta di me stessa. Avevo decisamente esagerato. Mi stava montando il cattivo umore. Per tutto il tragitto non ho rivolto una parola a Piero, e quando ci siamo salutati sono stata molto fredda con lui, malgrado sapessi che era l'ultima volta che lo vedevo. Forse lui ha compreso il mio stato d'animo, perché mi ha sorriso e mi ha detto 'Telefonami'. Io ho annuito distrattamente. Poi prima che chiudessi la porta dell'albergo alle mie spalle mi ha chiamato. 'Patrizia! Sono sempre il tuo Amante Uficiale?'. Non ho potuto fare a meno di sorridergli. 'Certo! E guai a te se te lo dimentichi!'. E' partito sgommando salutandomi con la mano.

Sono tornata in stanza, dove Paola e Cristina dormivano. Il culo continuava a bruciare e a colarmi di sperma, tanto che fui costretta a fregarmi un tampax di Paola per tamponare la falla. Credimi, Fabio, infilarmi quel batuffolo di cotone ieri notte e togliermelo stamattina è stato molto, molto doloroso."

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