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Il Compleanno di Ivan

"Il citofono! Chi sarà mai a quest'ora?" chiese Ivan.

"Credo che sia arrivato il mio regalo per te" rispose Sara premendo il pulsante vicino al ricevitore appeso al muro.

"Un regalo? Sara, non dovevi! Mi hai invitato a cena qui da te e passeremo la serata insieme. Per me già questo è un bel regalo!"

"Non basta. Per i tuoi 25 anni voglio offrirti qualcosa di veramente speciale. E non credo che rimarrai deluso." 

Dopo qualche istante il campanello della porta suonò. "Vai tu, Ivan!"

Ivan aprì la porta d'ingresso, aspettandosi dall'altra parte un fattorino con un pacco tra le braccia. Rimase invece di sasso quando vide chi c'era dietro.

"Elena??"

La bella mora gli gettò le braccia al collo e prese a baciarlo affettuosamente sulle guance. "Buon compleanno, Ivan!" gli diceva tra un bacio e l'altro "Tanti, tanti, tanti auguri..."

Ivan si girò imbarazzatissimo alle sue spalle. Queste effusioni non sarebbero certo piaciute alla sua fidanzata, gelosa com'era.

"Ehm... Sara... Guarda chi c'è... Elena... Che sorpresa!"

Elena continuava ad abbracciarlo stretto e a sbaciucchiarlo. Sara li stava guardando seduta in poltrona a braccia conserte con un tranquillo sorriso. Qualcosa non tornava. Ivan si sarebbe aspettato una reazione di tutt'altro genere. Le parole di Sara lo stupirono ancora di più.

"Nessuna sorpresa, tesoro. E' proprio lei che stavo aspettando. Ciao Elena, benvenuta! Entra pure!"

"Ciao Sara! Grazie!" rispose la bruna sorridendo ed entrando nell'appartamento, mentre Ivan chiudeva la porta alle sue spalle.

Ivan non riusciva a capire. Le due, seppur ufficialmente amiche, erano divise da anni da una radicata antipatia reciproca, che era spesso sfociata in dispetti, ripicche, vendette di ogni genere. Erano sicuramente le due ragazze più attraenti nella comitiva di amici che frequentavano, e già per questo una certa rivalità era inevitabile. Ma tra di loro c'era sempre stata una malcelata ostilità "a pelle", una totale incapacità di sopportarsi a vicenda, una pura e semplice inconciliabilità. Persino a guardarle erano una l'opposto dell'altra: Sara era bionda, chiara, occhi azzurri, morbida e dolce d'aspetto (meno di carattere, e nessuno lo sapeva meglio di Ivan); Elena invece era scura di carnagione e di capelli, occhi neri, maliarda e seducente. Si detestavano cordialmente da sempre. Ivan non credeva ai propri occhi a vederle così cordiali e gentili l'una con l'altra. Cosa intendeva Sara dicendo che "la stava aspettando"? E come mai Elena era in giro da sola, senza essere accompagnata dal suo inseparabile Alex?

Sara fu subito esplicita.

"Ivan, Elena è il mio regalo di compleanno per te! Che ne pensi?"

Il ragazzo restò di stucco. Elena lo fissava, sorridendo invitante. Era una ragazza stupenda, e si era evidentemente "fatta bella" per l'occasione. Capelli, trucco, qualche goccia di profumo, e un vestitino estivo corto che la fasciava come un guanto.

Ivan, confuso, la guardava, poi guardava Sara che continuava a sorridere tranquilla, poi tornava a guardare la bruna.

Quest'ultima gli sussurrò con voce maliziosa. "Cosa c'è Ivan? Non sei convinto? Forse vuoi controllare meglio la merce, prima di decidere se accettare il regalo? Beh, mi sembra anche giusto..." e, dopo aver fatto scorrere velocemente una zip, scivolò fuori dal vestitino.

Di fronte a quella venere bruna dalla pelle ambrata, vestita solo di perizoma e reggiseno neri, Ivan restò ancora più impalato.

"Allora, tesoro? Cosa te ne sembra del mio regalo?" chiese di nuovo Sara.

"E'... molto bella..." rispose lui, prudente. L'istinto gli suggeriva di non esagerare con l'entusiasmo, conoscendo la gelosia di Sara e la rivalità tra le due. Ma lei lo sorprese.

"Insomma, intendi scopartela, o devo rimandarla a casa?"

Aveva detto proprio "scopartela". Ivan aveva sentito bene. E aveva sentito bene anche Elena, che continuava a sorridergli radiosa, sfoggiando quel corpicino da infarto. Non era possibile, doveva esserci una trappola da qualche parte.

"Ma io, Sara, sono il tuo..."

"Sei il mio ragazzo, certo. E se ti azzardassi mai a fare una cosa del genere alle mie spalle, farei scorrere il tuo sangue. Ma oggi è la tua festa e voglio concederti questo dono particolare. Non è carina come idea? Procedi pure, Elena..."

Elena strizzò l'occhio all'amica, poi passò le braccia intorno al collo di Ivan e avvicinò le sue labbra a quelle del ragazzo. La lingua agile e fresca saettò nella bocca di lui, che rispose al bacio, anche se piuttosto timidamente. Elena si strinse col proprio corpo praticamente nudo contro quello di Ivan, ma lui era ancora fermo e titubante.

"Ivan, coraggio!" lo pungolò Sara. "Mettici un po' di passione... sembri morto!"

"Non direi, Sara" rispose Elena, staccandosi dal bacio. "Mi sembra di sentire qualche segno di vita... qui sotto!"

Si allontanò leggermente da lui ed entrambe poterono notare l'evidente rigonfiamento sul davanti dei leggeri pantaloni estivi.

"Mmmmm... sembri aver ragione, Elena. A quanto pare al mio Ivan il regalino piace più di quanto voglia ammettere..."

Ivan arrossì leggermente.

"Non ti stai comportando bene Ivan" lo riprese Elena, con tono di ironico rimprovero. "Bisogna mostrare apprezzamento per i regali che si ricevono dalle proprie fidanzate!" e fece scorrere leggermente una mano sul grosso bozzo dei pantaloni.

Ivan continuava a ruotare gli occhi dall'una all'altra, sempre più perplesso.

"Forse è il caso di verificare meglio fino a che punto stia apprezzando..." disse pensosa Sara.

"Lo penso anche io" concordò Elena con un risolino, strizzando di nuovo l'occhio all'amica. Le mani agili ebbero rapidamente ragione di cintura bottoni e zip. Pantaloni e boxer scesero presto intorno ai polpacci del ragazzo. La sua erezione vistosa vibrò nell'aria.

Elena fece tanto d'occhi. "Ma wow..." esclamò, "Non mi aspettavo tutto questo... apprezzamento!" Poi si rivolse a Sara. "Vedo che non te la passi male, mia cara..."

"Non mi lamento" ribatté tranquilla la bionda.

Elena allungò subito una manina curiosa e impudente ad afferrare il grosso arnese del ragazzo.
"Hai davvero un cazzo stupendo, Ivan, lo sai?" gli sussurrò. Poi gli afferrò la nuca con la sinistra e tornò a baciarlo in bocca, mentre con la destra continuava a impugnare l'asta, strofinandosela sensualmente contro il pancino. Fu un bacio più lento, intenso, consapevole, cui Ivan cominciò a rispondere con calore. Il ragazzo si stava eccitando sempre di più. Elena lo percepiva dal modo con cui la baciava, dal suo respiro, e soprattutto dal cazzo che continuava a vibrare e indurirsi tra le sue dita. Ma anche lei stava cominciando a sentire quella vaga e familiare sensazione di calore pulsante al basso ventre.

Il bacio li lasciò entrambi ansimanti. Elena lo guardò negli occhi con malizia: "Oh, Ivan... Mi fai venire certe voglie..."

Senza staccare gli occhi dai suoi, lentamente si inginocchiò. Portò la bocca vicinissima all'oggetto del suo desiderio e si inumidì sensualmente le labbra con la lingua.

"Posso, vero Sara?" chiese con cortesia all'amica, girando la testa di lato.

"E' tutto tuo" rispose Sara, e aggiunse "vedi di trattarlo come merita!"

"Saprò cavarmela" replicò Elena asciutta.

Ottenuto il via libera dell'amica, Elena avvicinò ancora le labbra fino a sfiorare la punta del cazzo di Ivan, che osservava la scena eccitato e ipnotizzato. Poi disse "Un attimo..." e si fermò. Portò le due mani dietro la schiena e si liberò del reggiseno, mettendo in mostra due tette piene, sode e ben fatte. Inarcò il busto, come per meglio offrirle allo sguardo di Ivan. Lui sembrò apprezzare. Il cazzo vibrò ancora e si inclinò di qualche grado in più verso il soffitto. Elena sorrise compiaciuta. Sbirciò per un attimo verso Sara, che non aveva misure di seno altrettanto generose. Poi sussurrò: "Ora posso cominciare..."

Elena partì con l'intento di sfoggiare al meglio la propria abilità, probabilmente per gli occhi di Sara almeno tanto quanto per il piacere di Ivan. La sua lingua guizzava veloce e sapiente sul glande, lungo l'asta, sotto lo scroto, e i suoi affondi di bocca erano sempre vari e imprevedibili per intensità, profondità, ritmo e suzione. Ivan sospirava beato, ormai deciso ad abbandonarsi agli eventi, avendo rinunciato a ogni speranza di trovare una spiegazione plausibile a quello che stava succedendo. Dopo qualche minuto tuttavia lo slancio virtuosistico di Elena si affievolì. Giocare con la bocca intorno a quel cazzo maestoso aveva cominciato ad eccitarla in modo deciso, e ciò la portava a insistere sul semplice ed elementare su e giù della testa. Sentire quell'enorme cilindro di carne maschile violarle la bocca fino alla gola, per poi farlo scorrere fuori, tornare a imboccarlo facendolo scivolare sulle labbra spalancate fino a sentirsi le fauci di nuovo piene, e così via, era così piacevole da farle perdere ogni velleità artistica. Fosse dipeso da lei, non si sarebbe fermata mai.

Sara invece stava riconoscendo nel suo Ivan tutti i sintomi del rapido avvicinarsi di un orgasmo che in questo caso sarebbe stato quanto mai prematuro. Così tossicchiò per attirare l'attenzione.

"Elena... ehm... stai attenta..."

Elena tornò in sé. Arrossì e sorrise all'amica.

"Hai ragione, scusami... Mi sono fatta un po' prendere la mano..."

"Non la mano, direi piuttosto la bocca..." precisò la bionda. "Ti capisco. So bene che effetto faccia... Ma vogliamo che il regalo sia completo, no?"

Elena annuì e si alzò in piedi sorridendo al fusto. "Dai Ivan, togli quella maglietta..."

Ivan incrociò le braccia possenti davanti a sé ad afferrare i lembi della t-shirt che indossava. Poi tirò verso l'alto e, mentre la maglietta spariva verso un angolo del pavimento, il suo torace abbronzato e muscoloso venne alla luce.

"Cazzo, che meraviglia!" sospirò Elena vogliosa, non trattenendosi dal far scorrere la lingua per qualche secondo sui rilievi scolpiti dei pettorali e degli addominali di lui. Poi si inginocchiò di nuovo, aiutando Ivan a togliersi sandali, calzoni e boxer. Infine lo sospinse verso la poltrona libera, sulla quale Ivan docilmente si accomodò, ormai completamente nudo, e sempre con il suo stato di fremente eccitazione ben riconoscibile.

In piedi, a un metro di distanza davanti a lui, Elena girò su se stessa, offrendogli una superba panoramica del suo lato B. Ancheggiò sensualmente per un attimo, quindi si chinò in avanti, a far scorrere giù lungo le cosce il perizoma nero. La microscopica striscia di stoffa non copriva granché di quell'appetitoso culetto, ma l'atto stesso di liberarsi dell'ultimo impalpabile indumento era ricco di suggestioni e di promesse per Ivan, che la guardava ipnotizzato con gli occhi spalancati.
Seduta sulla sua poltrona, Sara osservava tutto, senza farsi sfuggire il minimo dettaglio. L'espressione era placida e serena, ma lo sguardo aveva una luce indecifrabile.

Elena lentamente tornò a girarsi, concedendo a Ivan lo spettacolo della sua micina dal pelo corto e ben curato. Il pomo d'adamo del giovane sobbalzò visibilmente. La bruna sorrise e, muovendosi sinuosa come una pantera, si arrampicò sulla poltrona fino a portare la figa a pochi centimetri dagli occhi di lui, che non avevano smesso di fissarla durante tutta la manovra. Sotto il delizioso ciuffetto di peli, le labbra si mostravano morbide e umide, svelando lo stato di eccitazione della ragazza. Elena portò una mano ad accarezzarle dolcemente, quasi a pettinarle, col risultato di farle schiudere ancora un po'.

"Cosa te ne pare, Ivan, del tuo regalo?" gli sussurrò, con voce maliziosa continuando a sfiorarsi. "Ti va di assaggiarla un po'? Su, tesoro, tira fuori la lingua... cerca di preparami per bene... voglio prendermi dentro quel tuo grosso cazzo, e non sarà subito facile..."

Ivan obbedì immediatamente, ed Elena avvicinò il bacino ancora di più al volto del giovane, di fatto sbattendogli la fighetta sul viso, tenendo le mani sopra la sua testa, le dita affondate tra i suoi riccioli biondi. Poi temendo di aver esagerato con l'intraprendenza, si girò verso Sara.
La bionda era una sfinge, ma annuì leggermente come per segnalarle di andare avanti tranquilla.

Il ragazzo non era un raffinato leccatore, ma il deciso e appassionato spennellare di quella lingua carnosa e guizzante era estremamente piacevole per Elena. Solo che in quel momento c'era bisogno di qualcosa di preciso.

"Infila la lingua nel buco, tesoro..." lo esortò. Ivan scivolò più in basso con la testa ed Elena sentì subito la punta di quell'appendice insinuarsi in lei. Mosse il bacino per agevolare ulteriormente la penetrazione, ritrovandosi a cavalcare la faccia del ragazzo ancora più oscenamente, bagnandola tutta con i suoi succhi. La lingua guadagnò qualche altro centimetro di profondità. Ivan la roteava con decisione in tutte le direzioni, ed Elena dimostrava quanto le piacesse con gemiti e sospiri. Sara continuava a guardare, impassibile.

"Ora ti voglio dentro..." sospirò Elena. Scivolò giù lungo il torace di lui e afferrò il grosso cazzo con le mani portandosi sopra a cavalcioni. Se lo strofinò per un po' sul grilletto e lungo le labbra, poi lo puntò sull'imboccatura e vi si adagiò contro, delicatamente. Era eccitata e bagnata, ma ancora non abbastanza aperta. Sentì le pareti interne tirare quando il voluminoso e turgido glande fu dentro. Cominciò allora a ruoteare il bacino in una specie di danza voluttosa, lasciandosi penetrare dalla spessa asta millimetro dopo millimetro, godendo in ogni momento della percezione sublime di sentrisi aprire sempre di più.

Ivan era estasiato dalle sensazioni calde e avvolgenti che gli trasmetteva quella fica morbida che avviluppava la sua erezione fremente. Le pareti cedevano gradualmente mentre il corpo snello di lei continuava a danzare in movimenti sempre leggermente più ampi, deliziandolo. In più lo gratificava tremendamente vedere una ragazza così bella, e nemmeno sua, andare in visibilio per lui. Elena continuava a sussurrare "Dio mio, Ivan... che bestia di cazzo che hai... è meraviglioso... mi stai aprendo tutta... Dio, quanto mi piace...", e Ivan si sentiva al settimo cielo. Stava passando davvero un gran compleanno.

Quando finalmente sentì di essersi fatto strada fino in fondo, afferrò con le mani le natiche della ragazza e cominciò a guidarla in una vivace cavalcata, accompagnando i movimenti di Elena con le proprie spinte del bacino. Il ritmo dei movimenti si fece man mano più intenso, così come i gemiti e gli urletti di Elena, che mostrava di adorare il sentirsi presa da quel grosso bastone. Quando Ivan si impossessò con la bocca del suo seno destro e prese a stuzzicarle il capezzolo con la lingua e coi denti, la ragazza esplose in un rumoroso orgasmo.

Elena restò per qualche istante ferma a godersi le vibrazioni del climax, sempre accovacciata su Ivan, con la testa poggiata sulla sua spalla e il cazzo durissimo e pulsante piantato fino alla base dentro di lei. Ivan si aspettava che riprendesse pian piano a cavalcarlo. Lei invece si staccò dal suo abbraccio e scivolò in ginocchio tra le sue gambe, prendendo a leccare e sbaciucchiare il cazzo, luccicante dei suoi umori, con una passione che esprimeva adorante gratitudine. Poi si piazzò carponi sul tappeto, con la schiena inarcata e le ginocchia larghe.

"Prendimi così, ora" sussurrò invitante al ragazzo.

Ivan non si fece pregare. Si mise in ginocchio dietro di lei, e la penetrò con decisione, scivolando dentro fino in fondo con un solo colpo. Elena emise un urletto, poi gemette: "Dio mio, mi sembra di sentirti fino in gola... fottimi, dai... fottimi forte..."

Il giovane la strinse deciso per i fianchi e cominciò a scoparla con grande foga, scuotendo ritmicamente il corpo di lei con le braccia forti e agitando furiosamente il bacino in controtempo. Elena sembrava in estasi, e continuava a gemere, urlare, sospirare e dire porcate.
Anche Ivan era tutto preso dell'amplesso e non si era accorto che Sara, silenziosa come una gatta, si era avvicinata al suo fianco.

"Te la stai scopando da dio, tesoro" gli disse in un orecchio, con ammirazione. "Sei uno stallone fantastico". Poi lo prese dolcemente per la nuca e lo girò verso di sé, offrendo la propria bocca alla sua. Ivan la baciò, senza smettere di fottere selvaggiamente Elena, mentre Sara gli carezzava la schiena muscolosa madida di sudore e i glutei sodi che si contraevano a tempo. Anche la bionda si stava visibilmente eccitando. Per Ivan era esaltante scoparsi una una bella figa che manifestava rumorosamente la propria goduria, mentre un'altra bella figa in calore gli si strusciava addosso facendo le fusa.

Elena intanto aveva raggiunto un secondo devastante orgasmo e Ivan aveva rallentato il ritmo della furiosa scopata, per permetterle di riprendere fiato. Fu allora che Sara gli sussurrò maliziosa: "Perché non te la inculi?"
Ivan la guardò sorpreso. Non si aspettava che il "regalo" comprendesse anche questo. Tra l'altro Sara non era mai stata una fan particolarmente entusiasta del sesso anale, anche se probabilmente le prospettive cambiano quando il buco in gioco non è il proprio.
"Guarda che delizia... come puoi non aver voglia di fartelo?" insistette Sara, indicando il piccolo fiore scuro che occhieggiava pochi centimentri sopra rispetto a dove il grosso cazzo di Ivan continuava a muoversi piano nella fighetta aperta di Elena. Era impensabile immaginare che quel palo imponente potesse violare quel delicato bocciolo, ma era altrettanto difficile reprimere la voglia di provarci.

Senza aspettare un assenso esplicito di Ivan, Sara si rivolse con dolcezza all'amica. "Elena, credo che Ivan voglia fottersi il tuo culetto. Tu hai qualcosa in contrario?"

Elena, ancora col fiato grosso per il recente orgasmo, si girò verso di lei con un'espressione un po' incerta e apprensiva. Poi sospirò. "E' la tua festa, Ivan, e io sono il tuo regalo... Sono qui per soddisfare ogni tuo desiderio... Se è il culetto che vuoi, te lo offro con gioia... Però, Ivan... fai pianino, tesoro... per me non sarà una passeggiata, con quella sleppa che ti ritrovi..."

"Ivan sarà dolcissimo, vedrai..." la rassicurò la bionda, volando verso la tavola apparecchiata a pochi passi di distanza a recuperare un piattino con del burro, che nelle intenzioni orginali sarebbe servito per accompagnare le tartine al salmone.

"Ungila con questo" disse a Ivan. "Intanto io ungo te".

Ivan cominciò a spalmare burro nello stretto buco di Elena, penetrandola a fondo con le dita, mentre Sara, con entrambe le mani, cospargeva il cazzo duro di lui per tutta la lunghezza. Un forte odore di burro cominciò a mescolarsi con l'odore di sesso.

"Direi che si può cominciare..." disse Sara dopo qualche secondo e, senza mollare la presa sul cazzo del suo fidanzato, lo puntò decisa e impaziente verso il buchino ben imburrato dell'amica.

"Piano..." sospirò implorante Elena, divaricando le natiche con le mani e cercando di rilassarsi ed aprirsi più che poteva verso la cappella enorme che sentiva premere contro di lei. Sara dirigeva le operazioni, continuando a stringere in mano la base del cazzo di Ivan e impartendo ad entrambi indicazioni su come mettersi e come muoversi. "Perfetto, tesoro, ora spingi, ma piano... e tu Elena, piega di più le ginocchia... ecco, così..."

Quando Ivan dovette forzare con più decisione per superare la barriera, la sensazione per Elena fu lacerante. Sentiva l'anello dell'ano tendersi sin quasi a spaccarsi. Gemette forte e sentì le lacrime agli occhi. Sara le accarezzò teneramente le spalle. "Coraggio, il peggio è passato..." le sussurrò. "Ora devi rilassarti per qualche attimo per abituarti... poi, vedrai, comincerai a godertelo...". Elena gemette dubbiosa.

Ivan penetrò gradualmente tutto dentro di lei. L'anello lo stringeva ancora convulsamente alla base, ma all'interno le pareti del retto erano morbide e cedevoli e lo accarezzavano molto piacevolmente. Quel culetto era una vera prelibatezza. Impossibile resistere alla voglia di fotterlo. Ivan cominciò subito a muoversi piano senza dare ulteriore tregua a Elena, ancora dolorante.

La magia di quel grosso bastone duro che le rimestava le viscere con lenti e implacabili affondi cominciò presto a stregare Elena al punto da farle dimenticare ogni sensazione fastidiosa. "Oh, sì... Oh, sì..." cominciò a sospirare.

"Lo sapevo che poi ci avrebbe preso gusto..." commentò maliziosa la bionda, che osservava rapita il grosso cazzo di Ivan violare man mano sempre più agevolmente il buchino ormai spalancato dell'amica. "Dai, Ivan! Fottila più forte, ora... senza pietà... è lei stessa che lo vuole..."

Elena confermò, mugolando i suoi "Oh, sì... Oh, sì.." con voce più alta. Ivan aumentò il ritmo e l'irruenza dei colpi. La mora urlava e gemeva, mentre la bionda continuava a incitarlo in modo sempre più osceno. "Dai, rompile quel culo!... Aprila in due!... Sfondala!... Spaccala!..."

"Sto per venire..." annunciò Ivan col fiatone dopo qualche minuto.

"Dove vuoi venire?" gli chiese Sara. Ivan non comprese subito la domanda.

"Puoi venire dove vuoi" gli spiegò Sara. "E' il tuo regalo. Vuoi schizzare nel culo? Oppure sulla schiena? Vuoi sborrarle in faccia, o in bocca... vuoi finire nella figa... scegli tu!"

Ivan ci pensò un attimo. "Sulle tette" sussurrò poi, convinto.

"Hai sentito, Elena? Appena si stacca stai pronta..."

"Sì..." gemette la bruna, che stringeva i denti a fronte dei colpi feroci del ragazzo nel suo buchino martoriato.

Dopo una sequenza serrata di affondi selvaggi che mandò Elena in delirio, Ivan si fermò e lo tirò fuori. Sarà se ne impossessò rapidamente con la destra, mentre Elena, sconvolta e ansimante, si girava e, seduta sui talloni, afferrava le tette con entrambe le mani offrendosi docile alla pioggia in arrivo.
Sara lo masturbò con sapienza per gli ultimi colpi fino a farlo scuotere tutto nell'orgasmo. Il primo copioso schizzò colpì Elena in pieno viso, tra bocca naso e guancia. Elena lo accolse con un rantolo di piacere e la sua lingua roteò intorno alle labbra per recuperarne quanto fosse alla sua portata. Sara aggiustò la mira e gli schizzi successivi si depositarono sul collo e sulle tette. Poi Elena si sporse in avanti e prese il cazzo in bocca, suggendo avida gli ultimi deboli fiotti che sgorgavano dal glande.

Con il cazzo conteso tra la mano della bionda, che continuava a mungerlo piano, e la bocca della mora, che leccava e succhiava mugolando estatica, Ivan si godeva gli ultimi spasmi dell'orgasmo. Era in paradiso.

"Che regalo stupendo..." momorò beato qualche momento dopo, quando si fu ripreso a sufficienza per parlare.

"Tanti auguri, amore..." gli disse Sara, sospirando, prima di incollare le proprie labbra alle sue in un lunghissimo e appassionato bacio. Elena li guardò sorridendo, restando accovacciata a terra a spalmarsi languidamente lo sperma di Ivan sulle tette, leccandosi le dita di tanto in tanto.

"Hai bisogno di una doccia, Elena? Il bagno è di là..." disse Sara all'amica, dopo aver slinguato a sazietà nella bocca del suo ragazzo.

"No, grazie Sara... Mi bastano un paio di salviettine di carta... Mi piace che mi rimangano addosso l'odore e le tracce dell'uomo che mi ha avuta..."

Sara la guardò stupita. "Ma... non vai a cena con Alex, stasera?"

"Appunto... così è ancora più perverso ed eccitante, no?" rispose, sorridendo maliziosa.

"Allora fattela tu una bella doccia, Ivan. Così intanto finisco di preparare la cena..."

"Volentieri" rispose Ivan, col fiato ancora grosso. Poi guardò Elena. "Ti ritrovo?"

Elena scosse la testa. "Temo di no... E' tardi, mi vedo con Alex tra poco... Devo scappare subito..."

"Beh... Allora... Ciao Elena, e... grazie, grazie tantissimo!" Ivan si sporse verso di lei per baciarla dolcemente su una guancia. "Sei stata un regalo davvero fantastico" le disse.

"E' stato tutto incredibilmente fantastico anche per me... Ancora tanti auguri, Ivan..." rispose Elena, intensa. I due si guardarono negli occhi per qualche secondo, chiedendosi entrambi silenziosamente se sarebbe mai ricapitata un'altra occasione.

Sara tossicchiò. "Ehm, Ivan... ti consiglierei di andarti a fare questa bella doccia ritemprante... Poi ceneremo insieme e potrai rifocillarti. Perché dopo cena sarai MIO... ti dovrai occupare di ME... e mi aspetto PERLOMENO lo stesso arrembante entusiasmo che hai mostrato stasera sin qui..."

Sul volto di Ivan comparve per un attimo un'espressione dubbiosa e spaventata. Poi rispose "Ma certo, tesoro, ci mancherebbe..." e se ne andò un po' barcollante verso il bagno offrendo alle due ragazze una bella visuale della sua schiena possente, delle cosce tornite e del culo virile e sodo.

Elena ridacchiò.

* * * * *

Davanti alla porta d'ingresso le due ragazze si guardarono negli occhi.

"Sempre grandi amiche?" chiese Elena con un'ombra di dubbio nella voce.

Sara sorrise: "Certo che lo siamo!"

Si abbracciarono. "Tu ed io, alleate, siamo invincibili. Quelle stronze di Vanessa e Viviana si pentiranno di essere venute a razzolare fuori dal loro recinto" disse la bruna.

"Ci metteremo pochissimo a far sparire dalla circolazione quelle due troiette, puoi contarci!"

"E' bello essere diventate grandi amiche, dopo tante incomprensioni tra di noi. E mi sono proprio divertita a celebrare questo rito del patto di sangue... anche se forse dovremmo chiamarlo... patto di sperma!"

Risero insieme. Poi Sara osservò: "Quando due amiche arrivano a prestarsi il fidanzato, non c'è nulla che può separarle. Ma ti ricordo che il rito è stato celebrato solo a metà."

Elena sorrise. "Lo so benissimo. Il compleanno di Alex è tra due settimane..."

Sara annuì. "Il 22. E' un giorno che ho già cerchiato in rosso sulla mia agenda."

"Credo che ti divertirai... Alex stravede per te..."

"Me ne ero accorta da tempo..." si lasciò sfuggire Sara. Era una piccola indelicatezza, ma Elena la ignorò.

"Non è prestante e ben dotato come Ivan. Ma a letto sa essere molto intraprendente e fantasioso."

"Ivan non è un granché sotto questo aspetto, vero?" sospirò Sara. "Oggi era pure un po' bloccato dall'emozione e dalla sorpresa..."

"Alex invece si scatenerà, vedrai, quando scoprirà la sorpresa!"

"Me lo immagino. Non mi dispiace cambiare un po' stile..."

"Solo che... non credo che mi lascerà a lungo a fare l'osservatrice... sono pronta a scommettere che vorrà spassarsela con entrambe in contemporanea."

"Nessun problema per me..."

Elena esitò. "E... non escludo che... Conosco bene come è fatto... Forse vorrà vederci anche... come dire... giocare tra di noi..."

Sara la guardò negli occhi, seria e perplessa, rimanendo in silenzio per un attimo e godendosi l'imbarazzo dell'amica. Circolava qualche pettegolezzo su saltuarie scappatelle "bi" della brunetta. Sara non aveva mai avuto esperienze simili, ma non poi così ostile all'idea.

"Beh..." rispose, restando seria in volto, "quel giorno sarà il suo compleanno... Se lui lo vuole non possiamo tirarci indietro... E poi, tra grandi amiche come noi, mica possiamo farci questi problemi, non credi?" e le strizzò l'occhio, sorniona.

Elena sorrise, l'abbracciò ancora, per poi posare le labbra su quelle della bionda, senza risparmiare un affondo di lingua. Sara accolse il bacio, e le fece uno strano effetto riconoscere un vago retrogusto del sapore dello sperma di Ivan, che conosceva bene.

"Allora, a presto, grande amica!" le sussurrò Elena, staccandosi dal bacio.

"A presto, Elena!" rispose la bionda.

 

Ref:Renwik, Tjalf, Brenton and Peratur Guyana


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