Le Vacanze di Patrizia (Prima Parte)
Stronza la madre! Non ce la manda la figlia in vacanza con il ragazzo. Ha paura forse che me la scopi? Al diavolo! Durante l'anno allora? No, la verità è che ha paura delle chiacchiere. Delle vicine, delle amiche, delle parenti. "Ma che sei matta? Da sola col ragazzo a sedici anni! Che scandalo!". E così l'ha mandata con le cugine più grandi, col risultato che poi è libera di fare la troia con il primo sconosciuto che la rimorchia.
Stronzo pure io, però. Avevo tanto insistito sul patto "mani libere in vacanza" e non mi potevo certo tirare indietro. A diciannove anni non potevo concepire per me una vacanza senza l'annesso rimorchio a tutto spiano, ma per essere onesto con Patrizia, la mia ragazza da cinque mesi, avevo dovuto concederle la stessa libertà. Patrizia era una ragazza abbastanza disnibita, anche se non particolarmente esperta sessualmente. Era ancora vergine. Ci avevamo provato qualche volta senza successo, vuoi per la mancanza di luoghi adatti (la 126 che riuscivo qualche volta a farmi prestare da mia sorella era troppo scomoda, e poco sicura, per una occasione così delicata), vuoi per la mia goffaggine (ero stato solo con due altre donne, entrambe più grandi e più scafate di me, avevano fatto praticamente tutto loro), vuoi soprattutto per il suo sacro terrore di rimanere incinta.
In compenso ci eravamo abbuffati di sesso orale. Non ebbi alcuna difficoltà a farmelo prendere in bocca la prima volta, e con la pratica Patrizia aveva acquisito una notevole abilità. Io, da parte mia, non avevo nessun problema a darle lunghe e generose leccate di figa, che lei mostrava di apprezzare tantissimo.
Avevamo provato anche il sesso anale. La prima volta fu lei a propormelo. Era una delle rarissime volte che avevo casa libera, ed ero deciso a sverginarla, finalmente. Purtroppo capitò proprio nei suoi giorni fecondi, e lei non volle assolutamente rischiare. Ero terribilmente deluso, al punto da voler rinunciare anche all'ennesimo pompino. Fu allora che lei mi offrì dolcemente "l'altro buco". Non fu una passeggiata. Quello che si vede nei film porno è fantascienza. Pur lubrificando, con la lingua e con la vasellina, il buco restava strettissimo, e una volta penetrato era difficile per lei resistere più di qualche decina di secondi. Per quattro/cinque volte riprovai ad infilarlo, ma poco dopo Patrizia mi implorava di uscire. Naturalmente non riuscii a venire (mi finì lei con la mano), ma fu malgrado tutto un'esperienza estremamente eccitante per me e, mi assicurò, anche per lei. "Devo solo abituarmi e... allargarmi un po'. Poi potrai incularmi tutte le volte che vuoi" mi disse.
Effettivamente ci provammo ancora, per lo più in macchina. Ogni volta la penetrazione era leggermente più facile, e il dolore per lei più sopportabile, ma non ancora tanto da permettermi di raggiungere l'orgasmo.
Ma torniamo al racconto. Era estate ed eravamo entrambi in vacanza. Io in Calabria con altri quattro compagni di università. Lei sul Gargano, con le sue cugine Cristina e Paola. Avevamo l'appuntamento telefonico alle 10 di sera, tutte le sere. Telefonavamo a turno. Quando chiamavo io, lei si faceva trovare nella hall dell'albergo. Quando chiamava lei io ero alla reception del villaggio turistico. Era il secondo giorno di vacanza per tutti e due e toccava a lei chiamare. Alle 10.05 il telefono squillò. Era lei.
Come stai. Come non stai. Com'è il tempo. Come è il mare. Le solite cose. Poi mi chiese.
"Vale sempre il patto di mani libere in vacanza?"
"Certo."
"E come ti va dal quel punto di vista?"
"Calma piatta. Un sacco di bruttone e quelle decenti c'hanno tutte l'uomo. Si va avanti a pippe..." Fece un risolino. "E tu?"
"Proprio di questo volevo parlarti, Fabio. Mi ha rimorchiato uno. Ci esco insieme stasera."
"Ah, bene!" Ero un po' freddino.
"Ti dispiace?" mi chiese, con una voce finto-piagnucolosa, da bambina.
"No, figurati. I patti sono patti. Divertiti."
"Ecco, appunto... volevo chiederti..."
"Si?"
"Non so come dirtelo..."
"Dimmi."
"Avrei intenzione di fargli un bocchino. A te dispiace? Posso?"
Bang. Fu come una mazzata in testa. Non potevo tirarmi indietro, ormai. Ci avrei fatto la figura dello stronzo, e magari lei il bocchino glielo faceva lo stesso. In una frazione di secondo decisi di fare l'indifferente, e stare al gioco.
"Certo che puoi, se ti va. Ma ne vale la pena? Chi è 'sto tizio?"
"Ah, è proprio forte. Si chiama Piero, è di Milano."
"Milanese! ...e milanista, magari..."
"No, è dell' Inter"
"Peggio ancora! Ma almeno è un bel ragazzo?"
"E' proprio bono. Fa atletica leggera, è alto, due spalle, e poi è simpatico"
"Quanti anni ha?"
"Diciassette, anche se sembra più grande. Gli amici del suo gruppo sono tutti sui 24-25 anni, e piuttosto bonazzi pure loro..."
"Come l'hai conosciuto?"
"Sulla spiaggia. Prendevo il sole con Paola e Cristina e si sono avvicinati un gruppo di ragazzi milanesi. Avevano sentito l'accento e ci hanno chiesto se eravamo romane... le solite cose. Abbiamo fatto amicizia."
"E poi?"
"Mi ha chiesto se andavo a fare un giro in macchina con lui. Ha un BMW cabrio. E' del padre, lui non potrebbe portarla la macchina alla sua età. Se lo becca la polizia... Siamo andati in un posto tranquillo, all'ombra, col panorama e abbiamo cominciato a pomiciare."
"Così? Subito?"
"Ti scoccia?"
"No. Ti ha toccata?"
"Uh! Mi ha messo le mani dappertutto. E pure io."
"Gli hai toccato il cazzo!?"
"Prima da sopra i vestiti. Vestiti... aveva solo dei boxer da surf. Si sentiva tutto. Ce l'aveva durissimo!"
"Sfido io..." Nel frattempo mi stavo accorgendo che anche il mio cazzo era duro come il marmo. "E... come era?"
"Era grosso! Tanto che mi sono staccata dal bacio e ho detto: accidenti!"
"E lui...?"
"Non ha fatto una piega. Ha preso l'orlo dei boxer e li ha tirati giù. E' venuto fuori 'sto coso... enorme... bellissimo. Mi ha detto: puoi carezzarmi così, se per te è più comodo. Io non ho detto niente. L'ho preso in mano e l'ho guardato. Sarà tre dita più lungo del tuo, e abbastanza più largo."
"Ma come? Dici sempre che io ce l'ho tanto grosso!"
"Ed è vero! Ma quello di Piero è proprio enorme! E comunque non è che ne abbia visti tantissimi..."
"Beh, mi sembra che ti stai dando da fare per recuperare! Allora, glielo hai preso in mano, e poi?" Il racconto di Patrizia mi stava arrapando da morire.
"Mi sono avvicinata per guardarlo meglio. Intanto lo carezzavo lentamente. Muovevo la pelle su e giù per scoprire la cappella, piano piano. Con l'altra mano gli massaggiavo le palle. Ero eccitatissima, mi sentivo bagnata tra le gambe. Anche lui fremeva. Allora gli ho detto, con la voce un po' strozzata: è proprio bello, avrei tanta voglia di succhiartelo. Lui con un sussurro mi ha risposto: vai pure. E io stavo proprio per andare. Mi sono fermata con la bocca a un centimetro dalla cappella. Mi sono rialzata e ho detto: no, meglio di no. Gli ho spiegato che avevo il ragazzo a Roma e che prima di fare una cosa del genere volevo parlarne con te. Gli ho detto che ti avrei telefonato stasera, e che, se non facevi problemi, stasera stessa uscivamo insieme e gli avrei fatto un bocchino."
"E lui?"
"Mi ha guardato un po' strano. Mi ha chiesto se veramente avevo intenzione di chiederti il permesso. Gli ho spiegato un po' del nostro patto. Non era molto convinto, ma alla fine ha sospirato e ha detto sorridendo: ok, aspettiamo stasera e speriamo che il tuo Fabio non faccia il difficile. Io l'ho ringraziato, entusiasta. Nel frattempo avevo continuato ad accarezzarglielo con due mani, ed era sempre durissimo. Allora gli ho detto, senza staccare gli occhi dal cazzo: un bacino posso darglielo anche subito, se ti va. Mi sono nuovamente chinata è ho cominciato a dargli piccoli baci lungo tutta l'asta fino alle palle. L'odore mi faceva girare la testa. Poi sono risalita piano piano. Aveva la cappella tutta lucida per il liquido trasparente che era uscito e io gliel'ho ripulita delicatamente con la lingua. Ho sentito il sapore e mi sono eccitata ancora di più. Non so come ho trovato la forza di volontà di staccarmi. Credo che altri dieci secondi e sarebbe venuto."
"E... l'hai lasciato così!? Povero Piero..." Avevo la voce roca per l'eccitazione. Ma riuscivo a mantenere un tono di semi indifferenza.
"Sì. Siamo tornati in centro ci siamo seduti ad un bar. Mi ha offerto un gelato e ho chiesto un cono... puoi immaginare!" aggiunse sghignazzando.
Si riferiva ad un piccolo gioco che facevamo tra noi. Tutte le volte che prendeva un cono gelato, Patrizia si divertiva a leccarlo e succhiarlo in maniera provocante simulando la fellatio, con tanto di sospiri, mugolii, occhiate languide e l'orlo delle labbra suggestivamente sporco di rimasugli di panna o crema. In questo modo mi causava sempre delle erezioni clamorose che non vedevo l'ora di sfogare facendola giocare con il mio "gelato".
"Piero sarà impazzito!"
"E' stato tutto il tempo col cazzo dritto! Col costume da surf che portava si vedeva benissimo e non sapeva come fare per nascondersi. Le risate... poi mi ha accompagnato in albergo e ci siamo dati appuntamento per le 9.30."
"9.30? Ma allora sei già con lui! Da dove stai chiamando?"
"Da una cabina fuori città. Piero è qui fuori che mi aspetta in macchina. Mi sta lampeggiando. Si è stufato di aspettare..."
"Chiamalo! Passamelo!"
"Comeee?! Ma no..."
"Dai! Ti ho detto: passamelo!"
"Boh! Vabbe'!" Sentii in sottofondo che usciva dalla cabina e la sua voce che chiamava. 'Vieni!' 'Cosa c'è?' 'Ti vuole parlare' 'Ma dai? Ma cos'è che vuole?' 'Non ti preoccupare, mi ha dato il via liberà 'E' incazzato?' 'Ma no! Ti vuole conoscere'.
Cosa diavolo avevo in mente? Non lo sapevo neanche io di preciso. Avevo la mente confusa e il cazzo che mi pulsava.
Passi che si avvicinano. La cornetta presa in mano. La sua voce.
"Pronto?"
"Ciao, sono Fabio Morganti, il ragazzo di Patrizia."
"Piero Melegnani, piacere."
Tipica calata cantilenante milanese, ma una voce simpatica. Sebbene un po' bloccata dall'imbarazzo. Ti credo! lo sarei stato anche io al suo posto.
"Allora, Piero, hai fatto Bingo!"
"Come hai detto, scusa?"
"Dico, sei stato fortunato. Non mi dire che che se ne trovano tante a Milano di ragazze con un viso e un corpicino così."
"Hai ragione. Patrizia è proprio bellina. Complimenti! Sai, mi ricorda un po' la Sabrina Ferilli."
Tipico dei milanesi. Ogni ragazza scura di capelli con l'accento romano per loro assomiglia alla Ferilli. Io, semmai, vedevo in lei più il tipo ispanico-latino, alla Natalia Estrada, anche se Patrizia aveva le labbra più carnose e il taglio degli occhi appena più obliquo.
"Beh, non è prosperosa di seno come la Ferilli, ma non ci lamentiamo mica, no?"
"Per niente! Bel culo, anche! E poi è simpatica, intelligente... sai Fabio che ti invidio un po'."
"Mi invidi una ragazza che è disposta a prenderlo in bocca a uno che ha appena conosciuto?"
"No. Invidio una ragazza che ha preferito essere onesta con te e dirti tutto, invece che fartelo alle spalle. Pensa te che la mia tipa è rimasta a Milano perché ha un corso da arredatrice. Si chiama Vanessa. Ha 22 anni, cinque più di me, ed una fame di cazzo pazzesca. Non mi sorprenderebbe se in questo preciso istante stesse ciulando con qualcuno. E non sarebbe la prima volta."
"Ma va?"
"Come dite voi a Roma? so' tutte mignotte! Io però ci sto insieme perché è una strafiga e a letto me ne fa di tutti i colori"
"Allora se passo a Milano mi ricambi la cortesia, spero." chiesi ridendo.
"Puoi contarci. Figurati. Vanessa va pazza per i romani."
Rotto il ghiaccio, passai ad argomenti più seri.
"Ascoltami. Patrizia se la cava benino con i pompini, ma non credo che possa competere con una come Vanessa, visto come me la descrivi. Il tuo è il primo cazzo che succhia, dopo il mio ovviamente, e l'esperienza è quella che è"
"Davvero sono il primo? Non lo sapevo. Cazzo, sono onorato!"
"Un'altra cosa. Non sempre mi permette di venirle in bocca. Lo fa solo quando è particolarmente su di giri. Sono sicuro però che con te lo farà. Ci tiene a fare bella figura con un cazzo nuovo. Tu comunque avvertila quando stai per venire, così quando schizzi la trovi preparata. Se la cogli di sorpresa, è facile che cominci a tossire e ti rovina il momento più bello"
"Ok. Lo farò. Messaggio ricevuto"
Il turbamento e l'eccitazione mi facevano girare la testa. Provavo un gusto perverso a pronunciare quelle parole che amplificavano nel mio cervello l'impatto devastante di quella realtà. Eppure la mia voce appariva serena e tranquilla. Incalzai.
"Vedrai, non ti troverai male. Lei è una che adora succhiare un cazzo che le piace, e a quanto pare si è invaghita del tuo. Ha molta fantasia e a volte trova i modi più insoliti per stuzzicare il cazzo e le palle con labbra, bocca, lingua e... coi denti se serve. Ti assicuro, è delizioso. Ma bisogna metterla a proprio agio e lasciarla libera di giocare e di inventare. Se invece non si sente tranquilla e si fa prendere dalla fretta, si mette subito a succhiare e a fare su e giù con la testa. In trenta secondi vieni, ma non ti diverti per niente, e nemmeno lei."
"Hai ragione. Grazie del consiglio."
"Vedi di trovare un posto comodo e tranquillo. Dove pensi di andare?"
"Nella mia stanza d'albergo, credo. I miei amici adesso son tutti in giro e abbiamo tutto il tempo."
"Adesso? Ma non la porti prima fuori, in discoteca o a un piano bar?"
"Si, lo so che sarebbe più carino. Però preferisco portarla prima in albergo e poi ci andiamo a divertire in giro. Fabio, credimi, ho le palle che mi scoppiano, non ce la farei ad arrivare a stanotte."
"Capisco... capisco..." sghignazzai. "So quello che ti ha combinato oggi pomeriggio in macchina. Però così le rovini il trucco, sono sicuro che si è messa in ghingheri, vero?"
"Già! Si è truccata un po' pesante. Avrà un chilo di rossetto sulle labbra. Mi lascerà il cazzo tutto sbaffato di rosso!"
"Assicurale che le darai il tempo di rifarsi il trucco, dopo. Se no ti manda in bianco."
"Va bene! Sei veramente un grande, Fabio! Non solo mi lasci libero di farmi fare un pompino dalla tua tipa, ma mi dai anche consigli su come comportarmi per godermelo meglio. Sei un mito!"
"Grazie! Però in cambio mi devi fare un favore. Vedi, Patrizia è vergine, e vorrei essere io il primo a cogliere la ciliegina. Ci siamo capiti?"
"Ok! me ne aveva già parlato lei. E comunque ti assicuro che niente mi distoglierebbe dal farmelo succhiare. Non mi era mai capitato di sudare tanto per un pompino. E' da oggi pomeriggio che ce l'ho duro senza interruzione. Non vedo l'ora di metterlo in bocca alla tua ragazza."
"Stasera, va bene, ma dopo?"
"In che senso, scusa?"
"Non hai intenzione di continuare a vederla? Non continuarai ad uscire con lei? Ti fai fare un bocchino e poi sparisci dalla circolazione?"
"Ma no! Assolutamente! E' stata Patrizia che mi ha detto che non vuole fare coppia fissa con me e vuole divertirsi. E io sono d'accordo con lei."
"Che vuoi dire? Che se lei ti volesse fare un'altro pompino tu rifiutersti?"
"Neanche per sogno. Sempre che tu non abbia niente in contrario. Però, tu capisci, i pompini sono una gran cosa, ma la figa è sempre la figa e se ho capito bene Patrizia per questo è off-limits. Vorrei guardarmi un po' intorno, capisci."
"La figa è sempre la figa, ma anche il culo è sempre il culo."
"Cioè?"
Cosa cazzo stavo dicendo? Ero impazzito? Ormai ero partito per la tangente.
"Patrizia l'ha già preso, nel buchino di dietro. Magari la cosa ti può interssare..."
"Ehi! Mi stai offrendo il buco del culo della tua ragazza!?"
"Non proprio. Sto dicendo che se te la lavori bene, potrebbe offrirtelo lei stessa. Restagli amico. Stalle vicino. Daglielo da succhiare ogni tanto, magari quando la caccia alla figa ti va in bianco. Vedrai, non avrai problemi a farti aprire le chiappe."
"E' una prospettiva attraente. Patrizia ha un culo da favola. Grande dritta, mi hai dato!"
"Vacci piano, mi raccomando. L'abbiamo fatto poche volte e ce l'ha ancora molto stretto. Tu poi, mi risulta, stai messo bene dentro le mutande. Vedi di non farle male."
Ridacchiò. "Sarò molto delicato, Fabio. Stai tranquillo."
"Un'ultima cosa. Se dovessi vedere che qualche ragazzo gli gira intorno..."
"Ho capito... lo mando fuori dalle balle..."
"No! Al contrario! Incoraggiala. Lasciala divertire con chi vuole. Gli amici del tuo gruppo per esempio, lei mi ha detto che li trova 'bonazzi'." Ormai non avevo più ritegno.
"Eh, ma sono un po' grandi per lei..."
"In ogni caso, lasciala fare. Ma cerca di vigilare per quel discorso della cigliegina."
"Insomma, la fica è off-limits, il resto è libero accesso a tutti? Anche il culo?"
"A quello pensaci tu. Di te mi fido."
"Sei grande, Fabio! Vai tranquillo, conta su di me! Ti lascio il mio numero di cellulare, così possiamo tenerci in contatto"
"Naturalmente, questa nostra conversazione per Patrizia è top secret!"
"Vai tranquillo, acqua in bocca..."
"E... cazzo in bocca per lei."
"Puoi scommetterci!"
"Ok! Chiamala, va', che la saluto. Ciao Piero, buona serata e.. buon pompino."
"Ciao Fabio. Grazie di tutto. Veramente."
Pochi secondi dopo, la voce di Patrizia.
"Allora? Avete finito? Che vi siete detti, per tutto questo tempo?"
"Quattro chiacchiere per conoscerlo un po', per stare più tranquillo. Mi sembra un tipo simpatico."
"E' vero? E se sapessi quanto è bono..."
"Questo me lo dirai meglio domani, dopo averlo... assaggiato"
"Che scemo che sei! Sai che mi sta prendendo la paura?"
"Perché?"
"Mah, non lo so... l'ho fatta tanto lunga pe' 'sto bocchino... ora chissà che s'aspetta. E' abituato alla ragazza di Milano che ha 22 anni e chissà quanta esperienza più di me. Magari faccio la figura della pischella incapace."
"Niente affatto. Andrai fortissimo. E poi non sei così inesperta..."
"Sì, ma conosco solo il tuo, sempre solo il tuo. Avrei dovuto darmi da fare di più, sai? Se penso che alla gita scolastica i maschi della mia classe non aspettavano altro. Io invece, per esserti fedele..."
"Ti rifarai alla gita dell'anno prossimo. A parte gli scherzi, ascoltami bene. Per prima cosa attenta ai denti. Lui ha un diametro più grosso del mio..."
"Sì. Ci avevo pensato."
"Secondo. Mentre lo succhi, le mani..."
"...Una sull'asta e con l'altra gli massaggio le palle. Le ricordo bene le tue lezioncine, porcone!"
"Terzo. Giocaci. Divertiti. Gustatelo. Non cercare di fare la professionista che segue il manuale. Non sei in competizione con nessuna. Lui ti piace da matti, il suo cazzo ti piace da morire e hai una voglia pazza di prenderglielo in bocca. No?"
"Proprio così."
"E allora segui l'istinto. Tutto quello che ti viene in mente di fare, fallo con entusiasmo. Lasciati andare."
"Farò del mio meglio. Puoi contarci."
"Quarto. Mugola."
"Come?"
"Mugola. Tutti quegli "mmh", quei rumorini gutturali, quei sospiri, che fai quando sei con me. Probabilmente ti vengono istintivi. Non sai quanto li trovo eccitanti. Danno l'idea che stai morendo di piacere a sbocchinarmi, e l'effetto è delizioso e incredibilmente arrappante. Sono certo che verranno da soli anche con Piero, date le premesse. Ma se fosse necessario un aiutino da parte tua..."
"Ho capito benissimo. Ottima idea."
"Quinto e ultimo. Hai intenzione di farlo venire in bocca?"
"Sicuramente. E di inghiottire tutto."
"Con me sei un po' più schizzinosa, amore mio!"
"Lo so, Fabio, lo so. Ma, cerca di capire... Non lo dici anche tu che senza ingoio il pompino non è completo? E poi, se devo essere sincera, l'idea di farmi venire in bocca da lui mi stuzzica tantissimo. E il fatto che lui non sia il mio ragazzo rende tutto così perverso, così proibito..."
"Allora fai così. Quando lui finisce di schizzare non mandare subito tutto giù. Guardalo negli occhi e apri la bocca. Fagli vedere lo sperma che hai dentro. Muovi la lingua tutta impiastricciata. Fa' come se lo stessi assaporando voluttuosamente. Il massimo sarebbe se nel far questo riuscissi a far colare un filino di sperma, ma proprio un filino, dall'angolo della bocca. Come dire: mi hai riempito fino a straripare..."
"Wow! Questa è un'idea meravigliosa! Proprio da gran maiala! Farò proprio cosi! Oh Fabio, sto bagnando le mutandine solo ad immaginarmi la scena..."
"Il tutto, naturalmente, mugolando..."
"Oh, si! Mugolando come una gatta in calore."
"E poi...?"
"Poi mando giù tutto lo sperma. Mungo le ultime gocce dal cazzo con le mani tenendo le labbra appoggiate alla punta della cappella, e poi ripulisco tutto con la lingua. Ho imparato la lezione, professore?"
"Benissimo, amore. Sbaglio o ti stai eccitando?"
"Colpa tua! Mi sembra di sentire già il sapore dello sperma! Non vedo l'ora di fare questo pompino."
"E allora vai, tesoro. Non voglio farti perdere altro tempo. Vai e divertiti."
"Credo proprio che mi divertirò. Grazie, Fabio, per non esserti incazzato per questa mia scappatella. Ti amo da morire, per questo. Spero che sarai così comprensivo anche i prossimi giorni."
"In che senso?"
"Beh, Piero non parte fino a sabato prossimo, è può ancora esserci qualche occasione simpatica, no? E poi qui è così pieno di bei ragazzi. Non vuoi che la tua Patrizia si diverta un po'?"
"Ne riparliamo più avanti, con calma. Per adesso goditi questa serata. E mi raccomando, fagli un grande bocchino".
"Sarà un grandissimo bocchino. Lo farò impazzire. Ora ti saluto. Divertiti anche tu!"
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